Saranno i migranti e i Comuni a pagare la previdenza integrativa di Forze di polizia, Forze armate e Vigili del fuoco. La novità è contenuta in uno dei tre emendamenti alla manovra presentati nei giorni scorsi dal governo e si propone di recuperare 100 milioni di euro necessari al comparto sicurezza. Per il governo di destra nulla di più naturale che andare a cercare i soldi necessari tra i 68 milioni di euro che costituiscono il Fondo migranti, istituito come contributo ai Comuni per far fronte alle esigenze dell’accoglienza dei migranti e dei minori non accompagnati e impoverito adesso davanti alle nuove priorità.

L’emendamento in questione prevede il taglio di 15 milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni, per un totale di 45 milioni. Una scelta accompagnata dalla decisione del governo di considerare di fatto adulti tutti i minori di età compresa tra i 16 e i 18 anni risparmiando così sulla retta quotidiana (tra i 70 e i 100 euro al giorno per ogni minore) e prevedendo il loro inserimento in strutture dedicate ai maggiorenni. Il taglio ha costretto l’Anci, l’Associazione dei comuni italiani a cui spetta il compito di garantire un’adeguata accoglienza ai minori non accompagnati, a rifare tutti i conti. L’altra metà dei soldi necessari per i comparto sicurezza arriverà invece dal dimezzamento del tesoretto delle Camere, che da 100 milioni l’anno passa adesso a 50.

L’emendamento non ha mancato di provocare le proteste di opposizioni e dei sindacati. «Siamo favorevoli a dedicare maggiori risorse al comparto sicurezza, ma questo non deve avvenire sulla pelle dei più deboli», ha commentato il segretario confederale della Uil, Salvo Biondo. «Ricordiamo al governo che l’Italia è stata più volte condannata dalla Corte europea dei diritti umani per aver collocato minorenni in centri per adulti e aver condotto procedure di accertamento dell’età senza garanzie procedurali sufficienti», ha proseguito Biondo.

Mentre il governo fa cassa sui migranti, i dati forniti dall’Agenzia europea Frontex sottolineano come nei primi undici mesi del 2023 sono stati registrati 355.300 arrivi, il numero più alto dal 2016 più dell’intero totale del 2022. Quella del Mediterraneo centrale resta la rotta migratoria più trafficata, con oltre 152 mila sbarchi, anche se a novembre si è registrata una flessione del 24%.
Sull’attività svolta dall’Agenzia europea pesano però le ombre gettate dall’inchiesta condotta da Lighthouse Reports e pubblicata ieri da Le Monde, Der Spiegel, Malta Today e Al Jazeera secondo la quale Frontex e il governo maltese condividerebbero «in modo sistematico» le coordinate delle imbarcazioni cariche di migranti partite dalla Libia verso l’Europa con la milizia Tareq Bin Zeyad (Tbz), «uno dei gruppi di miliziani più pericolosi al mondo, gestito da Saddam Haftar», figlio del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica.