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Il gol della Roma femminile

Il gol della Roma femminileValentina Giacinti in campo per Roma-Barcellona all'Olimpico – Paolo Bruno /Getty Images

Calcio Roma-Barcellona è stata la partita di calcio femminile più vista della storia italiana: 39.454 persone sugli spalti all'Olimpico. E in campo uno sport dal volto umano, più comprensibile, in cui è facile riconoscersi. Anche tra generazioni diverse

Pubblicato più di un anno faEdizione del 24 marzo 2023

Il messaggio su whatsapp arriva all’improvviso. Talmente inaspettato che devo rileggerlo più volte per essere sicuro di aver capito bene. “Figata la partita”, butta lì una mia figlia adolescente, costringendomi a fare più volte mente locale per accertarmi che la partita di cui si parla è la stessa che avevo previsto di vedere, da solo in tribuna stampa, un paio d’ore dopo.

Roma-Barcellona, quarti di finale di Champions League femminile. Stadio Olimpico.

Sì, la partita è la stessa. E in un tiepido martedì lavorativo di marzo sarà la partita di calcio femminile più vista della storia italiana: 39.454 spettatori e spettatrici in un’arena iconica come l’Olimpico di Roma.

Chiedo, prudentissimo, se le figlie vogliono venire allo stadio con me. Il 99% delle volte infatti un padre di adolescenti equivoca e rimbalza su un fermo rifiuto a fare qualsiasi cosa insieme. La risposta è serena: “Sì dai, andiamo”.

Quarti di finale di Champions League femminile, Roma-Barcellona, la partita di calcio femminile con più spettatori della storia italiana, foto Uefa via Getty Images

E così, all’improvviso, tra questi 39.454 spettatori ci saranno anche le mie figlie, che mai e poi mai hanno pensato di andare a una partita con me e anzi, al contrario, mi guardano con un sornione sguardo di commiserazione ai limiti della pena ogni maledetta domenica.

Butto l’accredito (grazie lo stesso, Roma) e mi precipito sul sito a comprare i biglietti, la partita inizia tra un’ora e mezza appena. 5 euro ciascuno e la prima volta allo stadio è fatta. In curva Sud, la culla del tifo romanista.

Le capitane del Barcellona (Paos) e della Roma (Bartoli) al fischio d’inizio, foto Uefa via Getty Images

Racconto questa piccola vicenda familiare, rompendo il tabù del giornalismo in prima persona, perché mi pare possa aiutare a spiegare il crescente interesse che il calcio femminile inizia a riscuotere anche in Italia. La semplicità con cui ormai guardare calciatrici non è più una cosa ai confini della realtà. Anzi, per le ragazze, cito, “è una figata”.  Le giocatrici iniziano a essere conosciute e rispettate e lo sport incrina finalmente anche uno dei più “sacri” tetti di cristallo. Il calcio. In Italia.

So che quello che è accaduto a me si è ripetuto identico nei giorni scorsi in tante case romane e italiane. Padri e madri allo stadio con figli e figlie è una cosa piuttosto rara.

Certo hanno contato i prezzi popolari o il breve concerto nell’intervallo di Noemi e Carl Brave. Ma ha contato di più la creazione dell’evento, la scommessa di portare quella partita allo stadio Olimpico e non nel minuscolo Tre Fontane dove la Roma femminile è solita giocare in campionato o addirittura a Latina, stadio omologato per l’Europa (Sì, la Roma gioca la Champions a… Latina).

E’ stato dato Urbi et orbi il sigillo della pari dignità tra giocatori e giocatrici, con la giunta capitolina e i papaveri del Coni in tribuna d’onore per questa prima assoluta.

“Sappiamo che a Roma l’entusiasmo è grande, però per noi è qualcosa di nuovo. Si può provare ad immaginare, però una volta che ci sei dentro dici: “Cavolo, dove sono…”. Quando siamo scese in campo abbiamo sentito brividi ovunque. Grazie davvero a tutti per questa esperienza”.Camelia Ceasar, As Roma Women

In Italia il calcio femminile è entrato nel professionismo soltanto da pochi mesi. E la strada è ancora lunghissima.

Ma il Barcellona è la squadra femminile più forte del mondo e nel campionato spagnolo finora le ha vinte tutte. Non ha mai perso e neanche pareggiato.

Paralluelo (Barcellona) e Bartoli (Roma) in campo all’Olimpico, foto Matteo Ciambelli/DeFodi Images via Getty Images

Sul campo, la Roma perde “soltanto” 1-0 e le grandi parate della portiera Ceasar e un salvataggio sulla linea di Linari impediscono un passivo maggiore. Però le giallorosse sfiorano più volte il pareggio nel secondo tempo, arrivando a un centimetro dal sogno.

La serata è stata lo stesso perfetta.

Sugli spalti, tifosi e tifose di Roma e Barcellona siedono in ordine sparso, uno accanto all’altro, perfino in curva Sud.

La Roma femminile si carica prima della partita, foto Uefa via Getty Images

Sul prato il gioco è meno spezzettato, pochi falli, più lento e soprattutto più comprensibile per i neofiti (e le neofite) di quello maschile. Più fluido, e chissenefrega degli errori tecnici. La palla e le giocatrici corrono senza risparmio.

L’atmosfera, emozionante e festosa, è esattamente opposta a quella isterica e allucinatoria del derby Lazio-Roma di pochi giorni prima, funestato da risse in campo e vergognosi cori antisemiti dalla curva laziale.

Sembra un altro sport ma è lo stesso sport. Un calcio dal volto umano, in cui è più facile riconoscersi. Le sportive in campo non sono (ancora) star ma atlete che ce la stanno mettendo tutta e in cui è facile identificarsi e a cui è bello affezionarsi. Non a caso alla fine, nonostante la sconfitta, lo stadio pretende il giro d’onore delle giallorosse. Se lo meritano. Loro e tutte le calciatrici.

La gallery della partita, foto Getty Images

Errata Corrige

Per errore, in una versione precedente dell’articolo era scritto che la partita era l’andata degli ottavi di finale. Non è così: erano i quarti di finale. Ci scusiamo con lettori e lettrici.

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