«Il fiore non è solo una esperienza olfattiva e visiva»
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«Il fiore non è solo una esperienza olfattiva e visiva»

Intervista Le decorazioni floreali con esemplari recisi hanno una storia lunga millenni, dagli Egizi al Rinascimento al Dada
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 21 aprile 2022

Di motivi floreali tessili molto ne sa Tonino Serra, flower designer di Alghero che da oltre trent’anni firma allestimenti e set di moda e spettacolo in tutto il mondo e ha il suo mestiere nel nome, che Antonio è fiore in greco e cosa è una serra si sa.
Intanto sgombriamo il campo dal pregiudizio sui fiori recisi: non sono necessariamente un delitto o uno spreco
La pianta produce i fiori, è un percorso naturale, se non si tagliano si aprono e vanno in essiccazione. Perché non coglierli e rallegrare un ambiente? Si può trovare certamente il modo di usarli in modo decorativo assecondando le stagioni, la necessità di riciclo e circolarità: usando foglie cadute, i bottoni del fiore, i legni della battigia. Un mazzo ha due vite, da fresco e da essiccato, e due diverse bellezze.

In Italia non siamo indipendenti a livello energetico, a fiori come siamo messi? L’import, nel 2021, supera l’export.
Negli anni Sessanta e Settanta i bouquet erano fatti coi fiori coltivati nei giardini, calle e garofani. Oggi ci sono fiori ancora mediterranei spontanei con cui fare mazzi bellissimi: violaciocche, fresie, giaggioli, muscari selvatici, portulache, anemoni selvatici, gladioli. Tutti selvatici e ricercati; a Milano senza prati gli anemoni e narcisi li paghi eccome.

Quale è in effetti il potere del fiore?

Il fiore si vive con tutti i sensi. Non è un’esperienza solo visiva o olfattiva. I fiori si scelgono anche per il suono, hanno una musica, prodotta dal vento ma anche da lieve spostamento d’aria che ci passa attraverso, e cambia. Sono sonori i Cardi, le Monete del papa o Emerocallide. I baffi delle spighe del grano in un vaso vuoto, come le vibrisse dei gatti, captano il suono in modo impareggiabile. E poi c’è il gusto, i fiori simangiano, i nasturzi, le pansè.

Clima che cambia e fiori. Ci sono specie da cui imparare, oltre che su cui ripiegare?

I fiori resistenti al salino, i fiori della sabbia e del mare. L’Achillea marittima, i narcisi estivi o pancrazi che sembrano creature marine: color verde plumbeo, hanno steli come alghe o tentacoli di polipo. Poi fioriscono e diventano gigli. Le Agavi verdi, che impiegano anni a fiorire e poi muoiono.

Il flower design non è una moda recente.

No, era praticata dagli Egizi che usavano i papiri scirpus in modo decorativo e votivo, e anche le corone d’alloro imperiali erano una forma di addobbo floreale; i Celti segnavano il passaggio dei ragazzi alla pubertà o il matrimonio con ghirlande aromatiche. Medio Evo e Rinascimento sono stati trionfo di decori con frutta e fiori, pensiamo solo alle trovate di Arcimboldo. In epoca vittoriana lei, Vittoria in persona, ha introdotto la moda esotica degli acquaterrari che sono stati anticamera delle Wunderkammer tedesche, con elementi di flora e fauna, piante rare essiccate e rami di corallo. La tradizione inglese è rinomata, alla poetessa Vita Sackwille West si deve il giardino del Castello di Sissinghurst nel Kent, il più visitato di Inghilterra. E la tecnica fotografica dello Still Life, di ispirazione dadaista, è pure una declinazione della decorazione attraverso fiori ed elementi della natura.

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