Europa

Il falco d’Europa Lindner è un guaio anche per Scholz

Il falco d’Europa Lindner è un guaio anche per ScholzIl ministro tedesco delle Finanze, Christian Lindner – Ap

Germania Governo in tilt sul totem del freno al debito. Nella coalizione fra liberali, Spd e Verdi la fiducia è ormai esaurita. E il ministro delle Finanze manda «in pensionamento temporaneo» il segretario di Stato al Bilancio, Werner Gatzer

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 7 dicembre 2023

Prima dell’Ecofin “moralmente” più imbarazzante per la Germania il ministro delle Finanze, Christian Lindner, mette in chiaro la premessa che – si augura – lo terrà al riparo dalle logiche e prevedibili critiche dei suoi colleghi dei Paesi Ue. «Non c’è alcuna contraddizione tra una politica finanziaria europea orientata alla stabilità e il disorientamento creato dalla crisi di bilancio a Berlino» è la dichiarazione pre-summit affidata alla portavoce Nadine Kalwey costretta pure a specificare: «l’Ecofin riguarda la riforma del patto di stabilità per continuare a garantire solidità all’Europa. Ma se qualcuno chiederà a Lindner di discutere anche della situazione in Germania sarà certamente reso noto».

Naturalmente il ministro capo dei liberali si riferisce ai “soli” devastanti effetti della sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe che ha fatto mancare dal bilancio federale 60 miliardi di euro rimandando alle calende greche la transizione ecologica così come l’aveva immaginata il vicecancelliere e ministro dell’economia Robert Habeck. Sarebbe (sarà) assai più difficile spiegare ai colleghi dell’Ecofin l’autentico caos politico all’interno del governo Scholz eufemisticamente definito come «disorientamento».

LA VERITÀ ALLA VIGILIA dell’Ecofin è che la Coalizione Semaforo dopo due anni di governo è spaccata in tre pezzi. E senza più i soldi di prima non si può ricomporre facilmente. In più Lindner si presenta a Bruxelles dovendosi guardare le spalle anche dentro al suo partito dove Wolfgang Kubicki, autorevole ex vicepresidente del Bundestag, non ha digerito la sua decisione di sospendere per un anno il freno all’indebitamento, il cavallo di battaglia di Fdp durante l’ultima campagna elettorale, inserito come un totem persino nella Costituzione tedesca: «È giuridicamente fattibile ma pone importanti problemi di fiducia» avverte Kubicki. Specialmente per gli elettori del partito liberale fotografato nei sondaggi come pericolosamente in bilico sul filo della soglia di sbarramento elettorale per il Parlamento.

E la fiducia si è definitivamente esaurita fra Fdp, Spd e Verdi, con buona pace dell’accordo di coalizione. I rispettivi ministri sono ormai ai ferri corti ormai su tutto, a cominciare dalla dolorosa decisione di chi dovrà pagare davvero il maxi-taglio delle spese imposto da Lindner. Per compensare il deficit il falco delle Finanze non ha alcuna intenzione di alzare le tasse ai tedeschi o introdurre l’impopolare pedaggio sulle Autobahn.

«Meglio nuove elezioni che nuovo debito» era l’inflessibile slogan di Lindner. Oggi vale solo per i partner europei, ma ci devono fare i conti anche i socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz con cui ha appena litigato perché vorrebbero la costosa riforma delle pensioni entro la legislatura o i Verdi a cui ha appena smontato il tetto al costo dell’energia: insostenibile dopo la sentenza della Corte di Karlsruhe.

CERTO IN EUROPA nessuno dubitava: nonostante la precarietà della situazione finanziaria interna, la Germania si sarebbe comunque messa di traverso a ogni tentativo di riformare in senso allargato l’attuale patto di stabilità. Pochi in compenso avevano fatto i conti con il peculiare “fattore Lindner”: il leader di Fdp è deciso a tirare con tutte le forze rimaste le redini del dicastero più nevralgico della Bundesrepublik.

RIVELA PIÙ DELL’ESITO dell’Ecofin e segnala il vero cambio di passo del falco dell’austerity uscito “spennato” dalla forbice di Karlsruhe. Anche se la notizia è finita fra le brevi. Lindner pochi giorni fa ha sintomaticamente «posto in pensionamento temporaneo» il segretario di Stato al Bilancio, Werner Gatzer, considerato «l’architetto della struttura creditizia che ha reso possibile l’alleanza Semaforo nonostante le diverse visioni finanziarie». Se ne andrà a fine anno segnando la fine di un’epoca.

Gatzer è sempre stato considerato il funzionario-chiave per qualunque ministro delle Finanze in Germania. Avvocato, legato alla Spd, ha servito i più disparati governi: nel 2005 il socialdemocratico Peer Steinbrück lo nominò segretario di Stato, il democristiano Wolfgang Schäuble lo confermò nel 2009, come fece poi Scholz. Il suo successore a fine mese sarà Wolf Reuter. Il capo del dipartimento politico del ministro Lindner.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento