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Il dono americano, è al fronte il superlanciarazzi Himars

Il dono americano, è al fronte il superlanciarazzi HimarsIl sistema missilistico Himars durante un’esercitazione – Ap

Ucraina Kiev ringrazia gli Usa

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 giugno 2022

E se la guerra durasse per mesi? Gli ucraini questa domanda non se la pongono più da tempo ma la Nato e i principali sostenitori di Zelensky, Johnson in testa, sembra stiano preparando per un cambio di strategia.

IERI IL PREMIER britannico ha dichiarato alla Reuters che «lo slancio bellico della Russia in Ucraina probabilmente rallenterà» anzi, che si potrebbe arrivare «a un punto in cui non ci sarà più nessun tentativo di avanzata» dato che l’offensiva in Donbass ha «esaurito» le forze dell’esercito russo. In altri termini, Johnson ha paventato uno scenario di stallo, aggiungendo che «dobbiamo aiutare gli ucraini a invertire la dinamica», ovvero inviare più armi. Poco dopo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha cercato a modo suo di tranquillizzare coloro i quali temono «la stanchezza da guerra» affermando che i Paesi membri dell’Alleanza Atlantica sono in grado di fornire armi all’Ucraina «fino a quando sarà necessario». Anzi, gli stati della Nato hanno «l’obbligo politico e morale» di non interrompere le forniture di armi dato che la guerra sarà uno sforzo «a lungo termine». Ieri Oleksii Reznikov, il ministro della difesa ucraino, ha annunciato che sono arraivati i famosi lanciarazzi americani Himars (High mobility artillery rocket system) sono arrivati. Lanciano a 80 chilometri. «Ringrazio il mio collega americano e amico, il segretario della difesa Lloyd J Austin III, per questi potenti strumenti. L’estate sarà calda per gli occupanti russi. E sarà l’ultima per alcuni di loro».

TRA I CIVILI ucraini sono in molti a credere che dopo il Donbass i russi torneranno ad attaccare Kharkiv e il raggruppamento di mezzi e uomini di questi ultimi giorni a Belgorod, in territorio russo, potrebbe confermare tale ipotesi. E poi, se l’offensiva fosse vittoriosa, potrebbe essere la volta del sud, ovvero di Mykolayiv che oggi è stata nuovamente bombardata con missili da crociera. Questa volta a essere colpito è stato un impianto per lo stoccaggio del grano e altre infrastrutture industriali.

TUTTAVIA, CONTRO questa previsione ci sono due obiezioni: la prima è che le avanzate russe finora non si sono mai dimostrate irresistibili. Al contrario, sia Mariupol, sia i dintorni di Kiev sia in questi giorni Severodonetsk si sono trasformate in un pantano per l’esercito di Mosca. È altrettanto vero che Mariupol è caduta e Severodonetsk sembra non poter resistere a lungo, ma quante operazioni del genere si può permettere un esercito?

KHARKIV NON È Mariupol, inoltre. La contraerea qui ancora funziona, i rinforzi e le nuove armi sono arrivati e continuano ad arrivare. Dopo la controffensiva di maggio il morale degli ucraini qui è più alto che altrove e, in ultima analisi, pensare di occupare stabilmente una città da oltre un milione di abitanti dove i sentimenti anti-russi (soprattutto in seguito agli ultimi mesi di conflitto) sono aumentati esponenzialmente, non è affatto scontato. La seconda obiezione deriva da ciò che potrebbe succedere sugli altri fronti e dagli aiuti Occidentali che ad oggi sembrano lungi dall’essere interrotti.

Sul fronte est, secondo un aggiornamento dell’intelligence britannica, negli ultimi quattro giorni le forze russe sono molto probabilmente avanzate di oltre 5 chilometri verso la città di Lysychansk. «Le forze russe stanno mettendo sotto pressione la sacca di Lysychansk-Severodonetsk con questa avanzata insidiosa ai margini delle aree urbane», si legge nella nota. A quanto ne sappiamo Lysychansk è il luogo scelto dagli ucraini per la resistenza in quest’area, quindi la manovra russa potrebbe essere un tentativo di rompere le linee dei difensori. Mentre a Severodonetsk continuano i combattimenti strada per strada, in particolare nella zona industriale nei dintorni dell’impianto chimico “Azot”, l’esercito invasore sarebbe riuscito a occupare due nuovi villaggi nella regione di Lugansk, Loskutivka e Rai-Oleksandrivka. Più equilibrata la situazione nell’oblast di Donetsk dove, secondo il governatore Pavlo Kyrylenko, l’Ucraina controlla ancora il 45% del territorio.

DALL’ALTRA PARTE del confine, intanto, Aiden Aslin, uno dei combattenti stranieri catturati dalle truppe dei separatisti filo-russi della “Dpr”, è riuscito a entrare in contatto con la sua famiglia in Inghilterra. Lo rivela il Telegraph, secondo il quale Aslin ha comunicato ai suoi familiari che «il tempo sta per scadere» e che presto potrebbe essere giustiziato. Aslin ha aggiunto che, secondo i suoi carcerieri, il governo di Londra non ha negoziato con le autorità locali sulla sua sorte. Nel frattempo, l’avvocato di uno dei combattenti stranieri condannati ha dichiarato che intende ricorrere in appello contro la sentenza. In caso di rifiuto, chiederà la grazia.

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