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Il diritto all’aborto arriva alla Corte suprema trumpista

Il diritto all’aborto arriva alla Corte suprema trumpistaPresidio pro-aborto davanti alla Corte suprema a Washington – Ap

Stati uniti La legge super restrittiva del Mississippi sarà esaminati dai giudici supremi. Una decisione che arriva a pochi mesi dalla conferma della conservatrice anti-abortista Amy Coney Barrett voluta dall'ex presidente e che potrebbe mettere in pericolo la storica sentenza del 1973, Roe vs Wade

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 maggio 2021

La Corte suprema ha accettato di riesaminare la legge dello Stato del Mississippi che vieta l’aborto dopo la 15esima settimana di gravidanza, iniziando quella che si profila come una sfida diretta contro la Roe vs Wade, la storica sentenza che dal 1973 tutela il diritto all’aborto negli Stati uniti.

Il divieto del Mississippi, da quando è stato emanato nel 2018, è stato puntualmente bloccato dai tribunali di grado inferiore, ma arrivando alla Corte suprema diventa uno dei primi casi sul tema delle interruzioni di gravidanza a essere esaminati dopo la conferma – nell’ottobre 2020 – della giudice Amy Coney Barrett, nominata da Donald Trump. Il suo ingresso ha dato ai conservatori una maggioranza di 6 a 3: è ampiamente previsto che una maggioranza di questo tipo riduca l’accesso all’aborto.

Ascoltando gli argomenti sull’incostituzionalità di tutti i divieti di praticare un aborto prima del punto di vitalità fetale, vale a dire il punto di sviluppo in cui il feto può sopravvivere al di fuori dell’utero, il tribunale valuterà il cuore stesso di Roe vs Wade. I giudici si concentreranno su una questione procedurale, piuttosto che considerare formalmente il diritto costituzionale di interrompere una gravidanza. Il caso è un primo test per verificare se la nuova maggioranza conservatrice ha davvero il potere di ribaltare la Roe vs. Wade.

Il Mississippi fa parte di un gruppo di Stati, tutti di stampo repubblicano, che negli ultimi due anni hanno approvato leggi che limitano il diritto all’aborto già all’inizio della gravidanza, pur sapendo che le leggi sarebbero state respinte dai tribunali inferiori, ma sperando di fornire alla Corte suprema l’opportunità di rivisitare la sentenza del ’73.

Il divieto del Mississippi includeva eccezioni per emergenze mediche o in presenza di un’anomalia fetale «grave», ma non per i casi di stupro o incesto. Un giudice federale aveva bloccato la legge subito dopo la sua approvazione e il quinto Circuito della Corte di Appello, uno tra i più conservatori del Paese, aveva confermato tale decisione lo scorso anno.

Altre leggi statali simili, compreso un divieto di praticare aborti dopo le sei settimane di gravidanza, approvato sempre dal Mississippi, sono state bloccate dai tribunali inferiori. Ora i giudici della Corte suprema, dopo aver respinto la revisione più di una dozzina di volte, hanno esaminato il caso in una riunione a porte chiuse e deciso di accettarlo.

I giudici Clarence Thomas e Samuel Alito hanno guidato i loro colleghi conservatori nel sostenere che si possa arrivare a un annullamento dei diritti di aborto e i gruppi anti-aborto che hanno appoggiato la nomina di Barrett vedono in lei un alleato nel ribaltamento di Roe vs Wade.

Barrett rappresenta un voto sicuro per le restrizioni all’aborto; nell’udienza di conferma ha eluso tutte le domande sul come si sarebbe pronunciata nei casi di aborto, ma ha affermato di non considerare la Roe vs Wade un «super-precedente» che il tribunale non potrebbe ribaltare.

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