Il 29 dicembre con 107 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione il Senato della Repubblica ha approvato il testo della Legge di Bilancio del governo Meloni, scritta in tandem con Mario Draghi. Un vero segno dei tempi che il baricentro fosse dedicato alle misure relative al caro-bollette, lasciando in ombra il settore di cui si è più parlato nei due anni precedenti: la sanità. Nel comunicato del ministro Giorgetti l’elencazione delle misure più rilevanti non annovera alcuna misura per la sanità, se non all’interno del paragrafo relativo al pacchetto contro il caro energia: infatti dei 2,1 mld di euro stanziati a favore del Fondo sanitario nazionale ben 1,4 serviranno per i costi delle bollette. Si può tranquillamente dire che se il Servizio Sanitario Nazionale attendeva da una parte un robusto rifinanziamento che compensi i catastrofici tagli del decennio scorso (secondo Gimbe 37 mld di euro) ed una riorganizzazione complessiva, niente di tutto ciò è avvenuto.

Ce lo ricorda il coraggioso e militante film ora nelle sale C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando di Federico Greco e Mirko Melchiorre: spiega come mai a fine anni Settanta il nostro paese avesse il triplo dei posti letto che abbiamo oggi (da 10,7 ogni 100 abitanti a 3,1) e come mai nello scorso decennio siano stati chiusi ben 173 ospedali.Uno di questi è stato l’ospedale di Cariati in Calabria, chiuso undici anni fa per i tagli alla sanità. Durante la pandemia Covid, un gruppo di ragazzi ha occupato la struttura, lottando per affermare il diritto alla salute, inficiato dalla necessità di dover ricorrere a strutture lontane (il pronto soccorso più vicino è a 40 min., il secondo a un’ora e nessuno dei due attrezzato per infarto o ictus…). Gli autori hanno seguito Gino Strada in Calabria, scoprendo questa lotta dal basso cui danno ampio spazio nel film, in un intenso percorso che salta dal locale all’orizzonte più ampio del neoliberismo rampante.

Se le carenze del SSN soprattutto nel sud sono ampiamente note, meno conosciute sono le cause a monte. È a questo che è dedicato ampio spazio dagli autori, dialogando con diversi esperti del settore: lo stesso Gino Strada, Vittorio Agnoletto, Nicoletta Dentico (ben conosciuti militanti per una sanità inclusiva e pubblica), il professor Jean Zigler, Carlo Palermo, Ivan Cavicchi, gli economisti Warren Mosler e Randall Wray, instancabili critici della austerità, il celebre regista Ken Loach. Ma soprattutto Roger Waters dei Pink Floyd, che è riuscito a dare visibilità internazionale alla lotta per l’ospedale di Cariati.

Gli interventi mostrano come il neoliberismo abbia devastato il settore pubblico della sanità, sostanzialmente il meccanismo della austerità – con una riduzione dello spazio statuale e la logica dei «conti in regola» che si traduce nel tracimare del privatismo – e la mercantilizzazione delle logiche profonde dei sistemi sanitari. Le due cose tendono a coincidere, in quanto il sottofinanziamento statale fa il paio con meccanismi di remunerazione delle singole strutture spingendo i dirigenti verso il ruolo di manager imprenditoriali (in reciproca competizione). La battaglia per il piccolo ospedale così si inquadra nel quadro più generale di egemonia politico-economica degli Usa e degli istituti globali da loro promossi, oltre che dalla Ue che in un gran numero di sue raccomandazioni agli Stati membri predica misure selvaggiamente austeritarie, nella parentesi fra la espansività che nel tornante degli anni 2010-13 è servita a salvare le banche e la crisi del Covid 2020 di fronte a cui il deficit statale è stato necessitato dall’evitare il collasso economico e sociale..

E ora? Il sottotitolo del film echeggia lo sterminio del golpe patrocinato dagli Usa in Indonesia negli anni ’70, presto esportato in America Latina (è sui muri cileni, dopo l’insediamento di Allende, che comparve la scritta «Giacarta sta arrivando»: arriva il golpe liberista); alludendo al fatto che è possibile un ulteriore peggioramento della situazione, e che la sistematica compressione dei finanziamenti pubblici si traduce in un prevedibile aumento della mortalità delle classi meno abbienti. A meno che le lotte come quella dei ragazzi di Cariati inducano a sostituire il deficit della sanità (il sottofinanziamento) con spesa pubblica adeguata al sostegno dei diritti di tutta la popolazione.