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Il ciclone è una furia: Riccione allagata, a Cesena fuga sui tetti

Il ciclone è una furia: Riccione allagata, a Cesena fuga sui tettiLa Croce Rossa soccorre alcune persone a Cesena dopo l'esondazione del Savio – Ansa

L’Emilia Romagna torna sott’acqua. A Forlì il drammatico appello del sindaco: «Esonda il Montone, non pensate alle cose ma alla vita»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 17 maggio 2023

Dopo appena due settimane, l’acqua torna a fare paura in Emilia Romagna. Il maltempo si è fatto sentire fin dalla notte tra lunedì e martedì. Molte delle zone colpite sono le stesse interessate dal nubifragio del 3 maggio scorso, quando pioggia e frane uccisero due persone nelle province di Bologna e Ravenna. Come allora, le precipitazioni erano state ampiamente previste. La protezione civile aveva diramato l’allerta fin da lunedì, e le autorità hanno risposto chiudendo scuole e università e chiedendo a chi può di lavorare da remoto. In alcuni comuni si sono addirittura distribuiti preventivamente sacchi di sabbia da usare come argini improvvisati. La prevenzione è servita ad evitare le vittime, ma non i danni.

La pioggia ha colpito prima l’area della Romagna. Le mareggiate hanno colpito Ravenna e Cervia. A Riccione l’acqua ha travolto strade e sottopassaggi, ma soprattutto il pianterreno dell’ospedale Ceccarini, allagando il pronto soccorso. A Cesena, nell’entroterra, una delle situazioni più critiche. Il fiume Savio ha travolto gli argini in pieno centro. I vigili del fuoco hanno segnalato famiglie costrette a scappare sui tetti delle proprie abitazioni. «Non ricordiamo niente del genere dalle nostre parti» ci dicono alcuni residenti. Anche qua per fortuna nessuna conseguenza drammatica. I cittadini, allertati per tempo, si erano già rifugiati nei piani alti delle abitazioni.

L’ALLUVIONE è tornata anche nelle zone che più avevano sofferto due settimane fa. In quei giorni le foto del quartiere Borgo di Faenza allagato dal fiume Montone avevano fatto il giro dei social e delle prime pagine. Stavolta, sempre nella stessa città, è il Manzeno a tracimare. A Bologna si chiude nuovamente via Saffi, mentre a Forlì una quarantina di persone è rimasta bloccata da una frana. Alcuni cittadini del forlivese, raggiunti telefonicamente, ci raccontano di alberi bloccati, case sommerse per oltre un metro e persone rimaste lontane dalle proprie abitazioni per via delle strade chiuse. «Siamo a 200 metri sul livello del mare, ma anche qua registriamo allagamenti».

Nel primo pomeriggio è apparsa di fronte ai giornalisti Irene Priolo, vicepresidente della regione Emilia Romagna con delega alla protezione civile. Ha spiegato come la situazione fosse critica, ha fatto l’elenco dei danni e ha dato un numero: 120. Sono i millimetri di pioggia che, secondo le previsioni di quel momento, cadranno nelle prime ventiquattro ore di emergenza.

DANIELA ANGELINI è da meno di un anno sindaca di Riccione, lavora alla messa in sicurezza della città quando la raggiungiamo al telefono. Come si gestisce un territorio sempre più interessato da questi fenomeni? «Bisogna lavorare sulla prevenzione, come amministrazione andiamo in quella direzione. Sappiamo che questi fenomeni meteorologici saranno sempre più frequenti per via del clima che peggiora». Dello stesso parere Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro. «Serviranno nuove misure di contenimento delle acque, come le casse di espansione. Ormai abbiamo un clima tropicale, il riscaldamento globale procede ad un ritmo maggiore di quello che abbiamo immaginato» ci dice. «Serve fare mitigazione, accelerare sulla transizione ecologica». Angelini e Ricci appartengono al centrosinistra. Ma anche il loro collega Massimo Olivetti, eletto a Senigallia con una coalizione di centrodestra, vede una chiave di lettura ambientale nelle vicende di ieri. La città marchigiana, teatro in passato di drammatiche alluvioni, ha temuto l’esondazione del Misa, poi rimasto nei suoi argini «La mia città è stata costruita seguendo un’urbanizzazione feroce. Mia nonna mi diceva che il fiume si riprende sempre i suoi spazi, e così sta avvenendo. Ora dobbiamo reimparare a rispettare la natura. Ci sono le questioni macro, come il cambiamento climatico, ma anche sul territorio si sono fatti molti danni nei decenni».

NEL CORSO della giornata le perturbazioni si sono spostate verso ovest, abbandonando la Romagna e interessando maggiormente l’Emilia. Verso le 18il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, ha diffuso un accorato video-appello ai suoi concittadini, spiegando come una «gravissima esondazione» fosse ormai molto probabile: «Ora non pensiamo alle cose, pensiamo alla vita delle persone».

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