Il caso Slovenia rischia di ritardare ancora i piani

Formare il nuovo governo europeo non è una passeggiata, anche per una politica esperta come Ursula von der Leyen. Ma tra gli equilibrismi a cui la leader tedesca è costretta per comporre il puzzle, ce n’è uno decisamente inaspettato che arriva dalla Slovenia. Che non solo ha già fatto spostare di una settimana la presentazione del nuovo collegio di fronte all’Eurocamera, ma potrebbe perfino tenerlo in ostaggio per un’altra o forse due a causa delle sue beghe politiche interne.

Il governo di Lubiana è stato l’ultimo tra quelli dei Ventisette ad indicare il commissario europeo. Ma il nome scelto per Bruxelles all’ultimo minuto dopo la sostituzione di Tomasz Vesel con Marta Kos per venire incontro all’equilibrio di genere richiesto da von der Leyen, secondo le regole slovene deve essere approvato dal parlamento.

Il problema è che oggi il nome della candidata scelta dal primo ministro liberale Robert Golob dovrà passare al vaglio della commissione per gli affari europei del parlamento di Lubiana. La commissione è presieduta da un esponente del partito dell’opposizione conservatrice Sds, che fa capo all’ex primo ministro Janez Jansa. Si dà il caso che Jansa sia anche un oppositore di von der Leyen dentro il partito popolare europeo (Ppe) di cui sia von der Leyen che Sds fanno parte. E così il presidente della commissione potrebbe rifiutarsi di mettere in calendario il voto della commissione parlamentare a Lubiana, tenendo Bruxelles ancora sulle spine in attesa del candidato di Lubiana.

Ironia della sorte, un piccolo paese tiene in scacco tutta l’Ue per una questione interna. E la colpa è tutta interna al Ppe. Vai a fidarti degli amici…