Mauro, Lili e Howick, Hayarpi, Amir, Nemr e ora Mikael: gli olandesi li conoscono per nome i bambini richiedenti asilo che lo stato voleva espellere; i loro casi diventati di pubblico dominio e sullo sfondo lo slogan «Frontiere chiuse» (grenzen dicht) e l’obiettivo di pochi rifugiati, negli ultimi 15 anni la politica d’accoglienza di fatto del paese. Quelle storie sono state l’unico bagliore di umanità ad aver fatto vacillare numeri, statistiche e la ferocia di annunci e proclami. Bambini o minori già ben radicati nei Paesi Bassi dopo aver trascorso anni, insieme alle famiglie, tutti impantanati nello spazio senza tempo...