Il 2024 anno record per gli incendi in Sudamerica, colpa delle temperature estreme e della siccità

Quando un record (negativo) fotografa una tragedia per uno degli ecosistemi più delicati della Terra. Come rivelano i dati del monitoraggio dell’atmosfera rilevati da «Copernicus» (il programma europeo per l’osservazione della Terra), le emissioni inquinanti collegate agli incendi dei boschi in Sudamerica hanno raggiunto livelli senza precedenti.

«L’attività degli incendi boschivi – ha spiegato Mark Parrington di Copernicus – soprattutto nella regione amazzonica e nelle zone umide del Pantanal è stata nettamente superiore alla media». Con la conseguenza che «il trasporto di fumo ha avuto un impatto che va ben oltre la vicinanza dei luoghi in cui sono scoppiati gli incendi, raggiungendo perfino l’oceano Atlantico». Solo in Brasile, nel 2024, gli incendi hanno prodotto emissioni inquinanti pari a 183 megatonnellate di carbonio (solo a settembre se ne sono aggiunte 65 megatonnellate).

In Bolivia le emissioni già registrare fino a metà settembre nel corso di quest’anno hanno raggiunto le 80 mila megatonnellate, più del record precedente annuo stabilito nell’anno 2010 (73 megatonnellate).

Gli scienziati di Copernicus, pur considerando che è proprio nei mesi tra luglio e settembre che di solito si verificano questi grandi incendi, avanzano una ipotesi: la portata del fuoco che ha pesantemente impattato sulla qualità dell’aria potrebbe essere dovuta «alle temperature estremamente elevate registrate in Sudamerica negli ultimi mesi, alla siccità di lungo periodo, alle scarsa umidità dei suoli e ad altri fattori legati al clima». Sono due decenni che non si verificano condizioni simili per il caldo record e per la siccità.