«I migranti? Giusto discutere con l’Ue, ma non vedo cambiamenti concreti»
Erasmo Palzzotto (Leu) «Il fatto che non sia stato vietato alla Ocean Viking di entrare nelle acque territoriali italiane è un primo segnale ma non basta: alla nave deve essere assegnato subito un […]
Erasmo Palzzotto (Leu) «Il fatto che non sia stato vietato alla Ocean Viking di entrare nelle acque territoriali italiane è un primo segnale ma non basta: alla nave deve essere assegnato subito un […]
«Il fatto che non sia stato vietato alla Ocean Viking di entrare nelle acque territoriali italiane è un primo segnale ma non basta: alla nave deve essere assegnato subito un porto sicuro». Erasmo Palazzotto è deputato di Liberi e Uguali e garante della piattaforma Mediterranea saving humans.
La convince il modo in cui il governo sta affrontando la questione migranti?
Ancora non abbiamo visto niente di concreto. Mi convince la scelta di affrontare la questione sul piano europeo, ma questo non ci sottrae dal dovere di ripristinare immediatamente la legalità internazionale rispetto al tema del soccorso in mare. A partire dalla vicenda dell’Ocean Viking alla quale bisogna assegnare subito un porto di sbarco perché i migranti che si trovano a bordo hanno il diritto di essere soccorsi. Poi si cominci pure a parlare del nuovo meccanismo di ricollocamento. Ma le discussioni si fanno quando le persone sono sulla terra ferma e al sicuro.
Proprio sulla questione delle navi c’è una situazione di stallo da parte del governo. A cosa è dovuta?
Intanto diciamo che non c’è un decreto che inibisce alla Ocean Viking l’ingresso nelle acque territoriali italiane, quindi non è stato applicato il decreto sicurezza. E’ un primo segnale. C’è una lentezza burocratica nell’individuare un Pos (place of safety, ndr) perché si preferisce aspettare una soluzione condivisa con l’Unione europea. Credo che questo sia un errore, perché rispettando le convenzioni internazionali e facendo sbarcare quelle persone, assumendoci quindi da soli la responsabilità di applicare le convenzioni internazionali, si ha più forza in Europa per rivendicare che la gestione di questo fenomeno sia condivisa, solidale e non venga assegnata semplicemente agli Stati costieri. Così si ha più forza anche per mettere in discussione il regolamento di Dublino, che è la radice del problema.
Pensa che ci sia paura di offrire pretesti alla propaganda della Lega?
Se così fosse sarebbe un errore, perché mi pare che Salvini stia facendo comunque la sua propaganda soffiando sulle paure. Le 82 persone che si trovano sulla Viking non cambieranno niente rispetto alla gestione del fenomeno migratorio per l’Italia e per l’Europa, come non avrebbero cambiato niente tutte le altre persone salvate dalle ong in questo anno. E’ ora di cominciare a gestire questo fenomeno in maniera razionale e con buon senso a partire dai numeri, che non rappresentano più un’emergenza, per finire con misure strutturali che ci permettono di governare questo fenomeno nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e dei diritti umani che in questi ultimi 14 mesi sono stati costantemente violati dal governo italiano e anche dai governi europei.
Lei parla di politiche strutturali dell’Ue ma intanto si pensa a un meccanismo per la divisione tra Stati dei migranti su base volontaria.
Penso che il meccanismo debba essere su base obbligatoria. Trovo interessante la proposta di Enrico Letta secondo la quale, a prescindere che si trovi o meno la quadra all’unanimità, alcuni Paesi possano accordarsi tra loro e cominciare a gestire il fenomeno. Perché non si possono lasciare le persone a morire in mare aspettando che si raggiunga l’unanimità tra gli Stati.
Leu è al governo. Siete disposti a far pesare il vostro ruolo se la discontinuità tanto attesa dovesse tardare ancora?
Noi abbiamo il dovere di rappresentare quelle istanze che in questi anni abbiamo sempre difeso fuori e dentro il parlamento e anche oggi dentro la maggioranza di governo. Non ho motivo di temere che questa maggioranza, che ha incluso Liberi e uguali fin dalla sua nascita, non abbia fatto i conti con il fatto che su questo terreno bisognerà confrontarsi. Sono fiducioso che riusciremo a trovare delle soluzioni all’altezza delle sfide che abbiamo davanti. Ci sono dei principi e dei valori, come quelli della salvaguardia, del rispetto e della dignità della vita umana che non sono negoziabili. Detto questo faremo un bilancio quando ci troveremo a dover affrontare le questioni serie e complesse che riguardano al revisione di tutte le normative sull’immigrazione, a partire dai decreti sicurezza.
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