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I lepenisti festeggiano. «Ora diamo noi le carte»

I lepenisti festeggiano. «Ora diamo noi le carte»Marine Le Pen, leader del Rassemblement National – Ap

Veni, vidi, Vichy Il Rassemblement National punta a presentarsi come forza politica responsabile

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 7 settembre 2024

Su Europe1, radio di estrema destra proprietà del magnate ultra-conservatore Vincent Bolloré, la nomina di Michel Barnier da parte di Macron è stata accolta con gran soddisfazione. La ragione è stata ben espressa ieri da un ascoltatore, Christian, intervenuto al telefono. «È gustoso vedere che è Marine Le Pen a essere nella posizione di faiseuse de roi», ha detto con riferimento al fatto che, appoggiandosi ai voti del Rassemblement National (Rn) per non far sfiduciare il governo Barnier, Macron ha piazzato la capa di quel partito nella posizione di perno della politica nazionale.

Il patto più o meno tacito tra Macron e Le Pen per la nomina di Barnier è stato rivendicato come un successo nelle ultime 48 ore dagli esponenti del Rn, che possono finalmente proporsi come un partito pienamente istituzionale, non più marchiato dal segno dell’«infrequentabilità» che gli era stato cucito addosso dall’odiato Fronte repubblicano. «Abbiamo impedito il caos istituzionale», ha detto ieri in tv Sébastien Chenu, vice-presidente del Rn all’Assemblée Nationale. «Se avessimo annunciato la sfiducia immediata, [Barnier] non sarebbe stato nominato – ha proseguito Chenu – È grazie a noi che la Francia ora ha un Primo ministro».

Barnier, insomma, deve il posto a Marine Le Pen. E lei lo sa. Giovedì, subito dopo l’ufficializzazione della nomina, la leader di estrema destra è intervenuta in tv dicendo che l’ex-commissario europeo «sembra rispondere al primo criterio che avevamo reclamato, ovvero quello di rispettare tutte le forze politiche». In particolare la propria. Oltre alla forma, secondo Le Pen, la nomina di Barnier garantisce una certa sostanza, ovvero il mettere al centro dell’azione di governo «l’immigrazione fuori controllo, l’insicurezza che esplode e la preservazione del potere d’acquisto dei francesi».

D’altronde il neo Primo ministro è il politico che nel 2022, durante le primarie (perse) per la guida del suo partito, i Républicains, aveva proposto una «moratoria» sull’immigrazione. Pochi mesi prima aveva fustigato la Corte europea dei diritti dell’uomo, colpevole d’imporre alla Francia troppo lassismo nel controllo delle frontiere. Una figura del tutto compatibile con le ossessioni identitarie dell’estrema destra francese che sarà «sotto la sorveglianza del Rn», come ha titolato eufemisticamente Le Monde ieri.

La posizione di kingmaker – o di faiseuse de roi, come dicono i francesi – nella quale Macron ha posto Le Pen ha provocato qualche veloce giravolta nel partito di estrema destra. Alcune talmente rapide far girare la testa. Al mattino di giovedì, poche ore prima della nomina, una delle figure di spicco del Rn, il giovane deputato Jean-Philippe Tanguy, si era ritrovato ai microfoni della radio pubblica a descrivere l’anziano Barnier come «un fossile al quale si cerca di ridare vita». Dopo che il «fossile» ha ricevuto il testimone da Gabriel Attal, lo stesso Tanguy ha dovuto cospargersi il capo di cenere e riconoscere di essersi «espresso incorrettamente». Nel giro di qualche ora, Barnier è divenuto per il deputato del Rassemblement un «buon punto di partenza».

L’arrivo dell’ex negoziatore-capo della Brexit a Matignon, residenza del Primo ministro francese, è stato applaudito persino da figure al limite destro dell’estrema destra, seppur con una certa ironia. «Allez, signor Primo ministro Michel Barnier, è ora di mantenere le vostre promesse!», ha scritto su X Marion Maréchal-Le Pen. La nipote di Marine, tornata nel Rn dopo un passaggio nel partito ancora più estremista di Éric Zemmour, ha elencato una serie di misure: «fine delle regolarizzazioni», «riforma del diritto d’asilo» e «referendum» sull’immigrazione.

Più dell’ironia, comunque, nell’estrema destra regna la soddisfazione per l’inedita posizione di primo piano del Rn. L’ex-parlamentare europeo Gilles Lebreton ha scritto: «Brava Marine! Ora il governo Barnier è ai tuoi ordini: dovrà soddisfare le rivendicazioni del Rn per evitare di essere rovesciato. È una bella rivincita».

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