Europa

I leader litigano sul bilancio comunitario. Orbán: «Non vogliamo dare soldi per i migranti»

Come era prevedibile le due guerre ai confini dell’Europa hanno monopolizzato il Consiglio Ue che si è tenuto ieri a Bruxelles, cosa che non ha però impedito ai capi di […]

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 27 ottobre 2023

Come era prevedibile le due guerre ai confini dell’Europa hanno monopolizzato il Consiglio Ue che si è tenuto ieri a Bruxelles, cosa che non ha però impedito ai capi di Stato e di governo di scontrarsi sulla revisione del bilancio comunitario per il 2021-2027. Non si tratta solo di una questione di numeri, visto che una parte importante degli impegni e dei progetti messi in campo da Bruxelles dipende proprio da quei finanziamenti. In ballo ci sono, ad esempio, gli aiuti all’Ucraina, per i quali la Commissione Ue ha chiesto altri 50 miliardi di euro, ma anche la possibilità di porre un argine ai flussi di migranti attraverso nuovi accordi di partenariato con i paesi africani, obiettivo per il quale sempre da palazzo Berlaymont c’è la richiesta di ulteriori 15 miliardi di euro. «Il bilancio dell’Ue è al limite. Dobbiamo assicurarci che le nostre priorità siano adeguatamente finanziate» ha avvertito la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola per la quale in gioco c’è la credibilità dell’Unione.

Rimettere mano al bilancio significa però aumentare i contributi versati dagli Stati membri e non tutti sono favorevoli. Se Italia e Olanda si sono già schierate con Metsola e Ursula von der Leyen (ieri la premier Giorgia Meloni ha avuto un bilaterale con il premier olandese Mark Rutte) Ungheria e Belgio si sono schierati decisamente contro. «La posizione ungherese è chiara – ha specificato Viktor Orbán -: non vogliamo dare soldi per i migranti, non vogliamo dare soldi all’Ucraina, a meno che non vediamo una proposta molto fondata». Più defilata la posizione della Germania, con il cancelliere Olaf Scholz che ha chiesto più tempo per la discussione perché «le posizioni che sono state formulate non sono ancora congruenti».

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