I lavoratori sconfitti, nelle Olimpiadi del lavoro gratis
Il rovescio della medaglia Un contro-diario olimpico. Cosa succede a Parigi mentre il mondo ha gli occhi puntati sui Giochi
Il rovescio della medaglia Un contro-diario olimpico. Cosa succede a Parigi mentre il mondo ha gli occhi puntati sui Giochi
Con indosso la divisa verde di Paris 2024, i “volontari” popolano stadi, stazioni della metro e chioschi informativi; forniscono creme solari agli spettatori; raccolgono le palle da tennis al Roland Garros; portano gli asciugamani ai nuotatori; con passo marziale, accompagnano le ginnaste nella rotazione tra gli esercizi; controllano gli accrediti dei giornalisti; conducono gli staff in giro per la città.
Senza il lavoro gratuito di circa 45mila di loro, le Olimpiadi semplicemente non esisterebbero. Il più grande evento sportivo del mondo riposa sul funzionamento di innumerevoli, delicati meccanismi: dal cronometraggio ai pasti ai trasporti, tutto è assicurato dal lavoro non retribuito di decine di migliaia di persone. Che, malgrado gli orari massacranti, non hanno diritto a niente se non al vitto, poiché non percepiscono alcuna forma di remunerazione, né alcuna agevolazione per l’alloggio. Presentato come una disinteressata declinazione dello «spirito olimpico» dai comitati organizzatori, l’utilizzo su scala industriale di lavoro gratuito è una prassi che accomuna tutte le Olimpiadi della storia recente. Così come la costruzione di impianti e il rifacimento di interi quartieri, il ricorso a decine di migliaia di lavoratori non retribuiti lascerà, anch’esso, tracce indelebili nella società che accoglie i giochi.
Per proteggere le Olimpiadi da eventuali ricorsi da parte dei volontari, infatti, nel dicembre 2022 il ministero del lavoro francese ha diramato una circolare intitolata «ricorrere al volontariato». All’interno, vi si trovano innumerevoli assicurazioni che dare ordini, sanzionare, imporre orari non significa istituire un «legame di subordinazione», che deve essere, lui, obbligatoriamente salariato.
Si tratta di una piroetta legislativo-amministrativa del tutto contraria alla giurisprudenza francese, che infatti ha lasciato di sasso i sindacati. Secondo gli ispettori del lavoro della Cgt, la circolare serve a «permettere agli organizzatori dei giochi di godere di una ‘presunzione di volontariato’ davanti ai tribunali». In caso di ricorso, secondo la Cgt, gli organizzatori potranno far valere la circolare davanti ai giudici, assicurando di aver agito in buona fede.
Per il capo dei giochi parigini Tony Estanguet, si tratta del «più grande programma di volontariato mai realizzato in Francia». Stando alle stime di alcuni sindacati, retribuire al salario minimo francese i 45mila volontari delle Olimpiadi sarebbe costato circa 100 milioni di euro. Ovvero, l’1% del costo totale dei giochi. Ma pagare il lavoro il giusto, a quanto pare, non rientra nello «spirito olimpico».
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