La Banca Centrale Europea (Bce) aumenterà il costo del denaro ancora a luglio e a settembre valuterà in base ai dati. È la linea dettata dalla Federal Reserve statunitense (Fed) che, nonostante questo mese abbia fatto una pausa, ha annunciato una nuova stretta a breve. Il loro obiettivo è continuare ad aumentare i tassi di interesse fino a quando l’inflazione tornerà vicino alla soglia del 2% che rispecchia il mandato della stabilità dei prezzi di entrambe le banche.
Lo hanno confermato ieri la presidente della Bce Christine Lagarde e l’omologo americano Jerome Powel nella giornata conclusiva del forum delle banche centrali a Sintra in Portogallo dove si sono riuniti anche con il numero uno della Bank of England Andrew Bailey e la nuova guida della Bank of Japan Kazuo Ueda che, unica eccezione non vede ancora la necessità di fare leva sui tassi d’interesse.
La rotta è quella di una navigazione a vista ma, in attesa dell’autunno, il messaggio è stato inviato sia ai governi che ai mercati: non un passo indietro e, a costo di fare un altro passo verso la recessione e a taglieggiare risparmi e salari, si continuerà a premiare i profitti. Il club dei banchieri più potenti del mondo è angosciato per un problema enorme: nonostante le false certezze delle loro teorie in realtà non hanno la più pallida idea di quando la discesa dei prezzi prenderà una direzione stabile e duratura. E questo riguarda in particolare la cosiddetta «inflazione core», cioè quella depurata dai costi volatili dell’energia e cibo. In attesa di conferme sceglieranno comunque la via più probabile: proseguire sulla strada dei rialzi.
«Abbiamo fatto molto ma molto resta ancora da fare – ha ribadito per il secondo giorno consecutivo Lagarde – Non ci sono “prove tangibili” che l’inflazione di fondo stia scendendo, né che i prezzi si stiano stabilizzando per poi calare. Non è quindi il momento di avere dubbi o incertezze, anche perché l’incertezza è già alta a causa degli ultimi sviluppi geopolitici».
Negli Stati Uniti, ha spiegato il presidente della Fed Jerome Powell, il mercato del lavoro è ancora molto forte, continua a stimolare i consumi, tanto che molti nel board della Federal Reserve vorrebbero altri due rialzi dei tassi. Consecutivi o no, poco importa: «Siamo in territorio restrittivo ma non restrittivo abbastanza e riteniamo che serva proseguire» perché i tassi sono stati bassi per troppo tempo. Critiche alla linea delle banche centrali sono arrivate ieri anche dal ministro delle Finanze portoghese, Fernando Medina, e dalla collega spagnola, Nadia Calvino.