La compagnia statunitense Delta Airlines ha modificato le norme sull’uniforme dei propri assistenti di volo in seguito a una controversia che ha come protagoniste delle spille raffiguranti la bandiera palestinese. La settimana scorsa sono circolate sui social immagini di due assistenti di volo che avevano appuntato addosso i colori della Palestina. Secondo le nuove regole, solo bandiere statunitensi potranno comparire sull’uniforme della compagnia.

Un utente ha commentato le foto dello staff Delta su X (ex-Twitter) con «Dal 2001, ci togliamo le scarpe in ogni aeroporto a causa di un attacco terroristico sul suolo americano. Ora immaginate di salire su un volo @Delta e di vedere in aria lavoratori con il distintivo di Hamas. Che cosa fate?», facendo erroneamente coincidere la bandiera dello stato palestinese – oggi riconosciuto come tale da più di 140 stati membri delle Nazioni Unite – con un simbolo associato ad Hamas.

INVECE di far notare la fallacia del commento o di esprimere solidarietà con i propri impiegati, la compagnia area ha rassicurato l’utente rispondendo dal suo profilo ufficiale X: «Ti capisco e personalmente sarei terrorizzato anch’io. I nostri dipendenti riflettono la nostra cultura e non prendiamo alla leggera quando la nostra politica non viene seguita». Sempre su X ha poi aggiunto: «Non c’è da preoccuparsi, le indagini sono già in corso, in particolare sulle parti coinvolte».

Entrambe le risposte sono state prontamente cancellate. Un post di scuse di Delta è seguito: «Mercoledì abbiamo rimosso una risposta che non era in linea con i nostri valori. Ci impegniamo a mantenere un ambiente di inclusività e rispetto per tutti, nelle nostre comunità e nei nostri aerei. L’impiegato responsabile [per le risposte su X] non si occupa più dei social media di Delta. Ci scusiamo per questo post offensivo». La compagnia ha inoltre dichiarato che, contrariamente a quanto affermano delle voci circolanti sui social, gli impiegati fotografati non sono sotto investigazione.

«Per decenni gli assistenti di volo hanno indossato spille a bandiera sulle loro uniformi come simbolo del nostro ruolo nel connettere il mondo e culture diverse» afferma Rasaq in un video postato dall’Associazione degli assistenti di volo Delta (DeltaAfa) che condanna la reazione della compagnia alle «vessazioni razziste affrontate dai nostri colleghi». Dopo di lui Kara, un’altra stewardess, dice: «Silenziando i suoi lavoratori e limitando l’espressione delle nostre identità, Delta sta tradendo i suoi stessi valori e sta spianando la strada a ancora ulteriori discriminazioni e vessazioni».

NELLO STESSO video viene promossa una petizione che invita gli assistenti di volo Delta a chiedere alla compagnia di ritirare la nuova riforma sulle spille a bandiera e di implementare delle norme concrete contro la discriminazione da parte dei passeggeri. La petizione – che è disponibile nella versione «community member» anche alla firma di non-dipendenti di Delta – denuncia la decisione della compagnia di volo che creerebbe «un effetto agghiacciante su qualsiasi lavoratore o passeggero ritenuto ‘non americano abbastanza’ da una minoranza promotrice d’odio».

Per Delta, non è il primo caso di censura contro simboli a sostegno della Palestina. A maggio Truthout ha riportato il caso di un attivista ebreo a, cui durante il volo, era stato ordinato di coprire la sua maglietta: raffigurata c’era la scritta «gli ebrei dicono cessate il fuoco adesso».