Dimenticate i 500/600 mila migranti irregolari agitati per mesi dal Matteo Salvini, tanto da farne il cavallo di battaglia vincente della passata campagna elettorale. Dimenticateli perché non ci sono più. Rimpatriati dal ministro degli Interni, come aveva promesso? Macché. Più semplicemente sono svaniti, spariti nel nulla o, come sembra più probabile, messi sotto il tappeto perché non si vedano. «Il numero di irregolari che si stima siano presenti sul nostro territorio è molto più basso anche rispetto a quanto potessi presumere», ha ammesso ieri mattina il ministro leghista. «Dal combinato dei dati degli ultimi quattro anni – ha spiegato – emerge che in Italia si ha una clandestinità di 90 mila soggetti massimo, essendo pessimisti».

Numeri talmente bassi che non sfuggono al Movimento 5 Stelle che proprio in questi giorni con Luigi Di Maio ha polemizzato duramente con il titolare del Viminale accusandolo di aver rimpatriato pochi immigrati irregolari. E che infatti torna ad attaccare. «Sorprendono le parole del ministro dell’Interno visto che fu proprio lui a scrivere nel contratto di governo il numero di 500 mila irregolari – spiegano fonti del Movimento – Non capiamo il senso di dover anche smentire ciò che è riportato dal contratto, forse perché sui rimpatri ancora non è stato fatto nulla?».

Il nuovo racconto salviniano sull’immigrazione comincia al termine del vertice che il ministro presiede al Viminale proprio su immigrazione, sicurezza e terrorismo. E ribalta completamente il quadro dipinto fino a oggi dallo stesso Salvini. «Dal 2015 sono sbarcati 478 mila migranti – spiega il ministro -: 268 mila hanno lasciato l’Italia e sono presenze certificate in Paesi Ue e altri 119 mila sono in accoglienza in Italia. Quelli di cui non c’è traccia sono 90 mila: un numero molto più basso rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni».

Dietro l’inaspettato stop imposto da Salvini alla sua stessa propaganda ci sono almeno due ragioni: la necessità di rispondere agli attacchi dei 5 Stelle proprio sui pochi rimpatri eseguiti in undici mesi, e quella di dimostrare quanto fatto da quando al Viminale c’è lui. «Stiamo lavorando per le espulsioni, ma per espellere devi trattenere, se non ho posti dove trattenere non posso espellere», spiega quindi Salvini promettendo più posti nei Centri per i rimpatri (Cpr).

A oggi quelli operativi sono sei: a Roma, Potenza Bari, Brindisi, Caltanissetta e Trapani. «I posti sono 672, nelle prossime settimane arriveranno altri 250 posti , tra Bari, Roma, Torino e Potenza, altri 400 entro ottobre, quindi a ottobre 2019 arriveremo a triplicare il numero dei posti per gli immigrati che possono essere espulsi, saranno circa 1.400 rispetto ai 400 trovati», assicura Salvini.

La nuova cifra di 90 mila irregolari rischia di essere sottostimata rispetto alla realtà. Il ministro infatti non sembra considerare coloro che, dopo le due passate sanatorie, negli anni non hanno potuto rinnovare il loro permesso di soggiorno per aver perso il lavoro e sono precipitati nel buco nero della clandestinità. In passato la Fondazione Ismu ha calcolato in circa 450 mila le presenze di immigrati irregolari in Italia, cifra alla quale adesso andranno aggiunti quanti verranno costretti alla clandestinità dagli effetti del decreto sicurezza voluto dallo stesso ministro degli Interni (alcune stime parlano di 50 mila persone solo nell’anno in corso).

Ci sarebbe poi da aggiungere che se gli irregolari sono solo 90 mila, allora i governi precedenti non avrebbero lavorato poi così male per fermare gli sbarchi, come invece Salvini accusa da sempre. E infatti dopo il M5S, le reazioni più dure arrivano proprio dal Pd: «Dopo un anno che dal Viminale grida all’invasione, Salvini oggi scopre che non deve più rimpatriare i 600 mila migranti irregolari che ci raccontava in campagna elettorale», dice Debora Serracchiani. «Avvisi i suoi caporali sui territori che possono stare tranquilli: le ronde possono rientrare».