Harris cambia idea solo sul fracking, in peggio
Elettorale americana Alla Cnn in coppia con Walz: «Con Hamas serve un accordo che consenta di portare gli ostaggi a casa. Ma il sostegno degli Usa a Israele e al suo diritto di difendersi non cambierà»
Elettorale americana Alla Cnn in coppia con Walz: «Con Hamas serve un accordo che consenta di portare gli ostaggi a casa. Ma il sostegno degli Usa a Israele e al suo diritto di difendersi non cambierà»
A 40 giorni dall’annuncio della sua candidatura, e dopo una convention in cui è stata presentata come deus ex machina di un’elezione data per persa, Kamala Harris, accompagnata dal suo compagno di ticket Tim Walz, ha dato la sua prima, attesissima intervista.
Quella che era stata annunciata come la prima occasione di sentire parlare in modo più approfondito la candidata democratica, è stata in realtà un incontro che, al netto delle interruzioni pubblicitarie, non è durato più di una ventina scarsa di minuti.
Nei primi 13 Harris ha ripetuto per 5 volte «i miei valori non sono cambiati», rispetto alle posizioni più progressiste del passato su fracking e Green New Deal, espresse nel 2019, rispondendo così alle accuse di essere troppo ondivaga, avanzate sia dai suoi detrattori che da alcuni colleghi di partito.
I VALORI NON SONO CAMBIATI, ma nel 2019, quando era candidata alle primarie democratiche, si era detta contraria al fracking, la fratturazione idraulica per l’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo, mentre ora non lo è, Di certo un ruolo è giocato dal fatto che il fracking è una questione centrale per la Pennsylvania, stato in cui deve vincere per essere eletta.
A farle mutare la posizione, pur mantenendo i valori di tutela dell’ambiente intatti, sono stati questi anni alla Casa bianca, ha detto, ma senza spiegare come possa essere possibile coniugare fracking e tutela dell’ambiente.
Stessa cosa riguardo la risposta alla prima domanda, su «cosa farà il primo giorno di presidenza», che è il modo giornalistico per individuare le priorità dei candidati. La risposta è stata un generico «mettere al primo posto la classe lavoratrice», ma non si sa ancora come, se con un decreto sulla tutela dei lavoratori, o con che altro mezzo presidenziale a sua disposizione.
Come prova che nemmeno i valori sull’immigrazione siano cambiati, ha citato il suo lavoro da procuratrice generale della California contro i trafficanti che operano al confine col Messico.
L’UNICA DOMANDA di politica estera è stata su Israele, e Harris ha abbracciato la stessa posizione di Biden parlando di un cessate il fuoco e del rilascio degli ostaggi: «Serve un accordo che consenta di portarli a casa», ha detto. Ma soprattutto ha ribadito il suo sostegno «incrollabile» a Israele e al suo diritto di «difendersi». Affermando che l’embargo sulle armi statunitensi per Israele chiesto dagli attivisti pro Palestina non ci sarà, ha garantito che questo sostegno «non cambierà». La soluzione, ha detto, è quella di avere due Stati separati, che è anche la posizione del partito democratico da 30 anni.
L’INTERVISTA era organizzata dalla Cnn, l’emittente televisiva più che amica dei Dem, e le domande non erano esattamente mirate a metterla in difficoltà, ma l’impressione è che sia la sua stessa posizione ad essere difficile. Harris è de facto parte di due ticket, quello condotto da Biden e quello che conduce lei con Walz, e non può distaccarsi troppo dal primo per spingere le novità del secondo.
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