Gli incendi e le ondate di calore anomalo che devastano intere aree del mondo mostrano che l’umanità si trova di fronte al rischio di un «suicidio collettivo». A lanciare l’allarme clima in questi termini è stato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres rivolto ai ministri di 40 paesi riuniti a Berlino per discutere della crisi climatica: «Metà dell’umanità si trova nella zona a rischio, a causa di inondazioni, siccità, fenomeni temporaleschi estremi e incendi. Nessuna nazione è immune. Eppure continuiamo ad alimentare la nostra dipendenza dai combustibili fossili». Per Guterres «abbiamo una scelta. Azione collettiva o suicidio collettivo. È nelle nostre mani».

A Berino anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha messo in guardia dalla rinascita dei combustibili fossili su scala globale, provocata da quella che ha definito la «brutale guerra di aggressione» della Russia contro l’Ucraina.

Il veertice sul clima è stato organizzato da Germania ede Egitto.

Il Paese nordafricano ospiterà, infatti, la 27ma conferenza dell’Onu sul clima (Cop27) a Sharm el Sheyk dal 7 al 18 novembre prossimo. Ora, per Scholz, «nessuno può essere soddisfatto del fatto che la proporzione della produzione di energia elettrica a carbone stia nuovamente aumentando» in Germania come «reazione alle imminenti strozzature nella fornitura di gas» da parte della Russia. Tuttavia, come evidenziato dal cancelliere, questa è una «misura di emergenza limitata nel tempo», che non andrà a scapito degli obiettivi per il clima di lungo periodo. «Dobbiamo uscire da carbone, petrolio e gas, direi quasi a tutto gas, ora più che mai», ha aggiunto il capo del governo federale.

Secondo Scholz, gli investimenti necessari nell’infrastruttura del gas naturale liquefatto (Gnl) dovranno essere «coerenti con il nostro obiettivo di diventare in futuro neutrali nella CO2 in Germania e nel mondo». Il cancelliere ha proseguito: «Non stiamo creando nuove dipendenze permanenti dalle fonti di energia fossile, né qui né nei Paesi produttori».