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Gran Bretagna, finanze in codice rosso. I laburisti presentano la manovra

Gran Bretagna, finanze in codice rosso. I laburisti presentano la manovraLa ministra delle Finanze, Rachel Reeves

Uk Una legge di bilancio «lacrime e sangue» per far fronte al buco di bilancio lasciato dai Tory

Pubblicato circa 14 ore faEdizione del 31 ottobre 2024

La Cancelliera della Scacchiera Rachel Reeves, ovvero la ministra delle Finanze, ha presentato ieri la prima finanziaria laburista. Si dice che l’iconica valigetta che la contiene sia rossa perché quello era il colore preferito del principe Albert, consorte della regina Victoria. La tinta, però, sembra riflettere soprattutto lo stato in cui sono ricoverate finanze nazionali. In codice rosso, perché bucate da un ammanco di almeno 25 miliardi di sterline dovuto ai tre lustri trascorsi sotto il mocassino conservatore.

Per ovviare al buco Reeves – prima Cancelliera della storia del Regno Unito – ha annunciato quella che i giornali saluteranno oggi come «manovra lacrime e sangue», «stangata», e via poetando. Deve trovare questi soldi per rimettere in piedi un paese sfasciato – broken è l’epiteto più facilmente affibbiato a Britain di questi tempi – nella sanità (che annaspa), nelle scuole (che crollano), nelle prigioni (che scoppiano). E li deve trovare in fretta.

Per ottenere questi 25 miliardi il primo budget Labour dal 2010 ha mantenuto la promessa elettorale che «i lavoratori» – termine sulla cui definizione il premier Keir Starmer è scivolato più volte nei giorni scorsi – non avrebbero subito alcun aumento di imposta sul reddito, sulla previdenza o l’Iva. I 25 miliardi proverranno invece dall’innalzamento dei contributi previdenziali sui loro guadagni da parte dei datori di lavoro.

Ci sarà poi una crescita dell’imposta sulle plusvalenze che riguardano le vendite di azioni e un congelamento delle soglie dell’imposta di successione. I riccastri stranieri che vengono a mettere le castagne al sicuro in un paese che resta a tutti gli effetti un paradiso fiscale (come nel caso della moglie dell’ex premier Rishi Sunak) saranno costretti a pagare le tasse qui sui loro dividendi esteri. Questo ne starebbe provocando la precipitosa fuoriuscita.

Previsto anche l’aumento del salario minimo, seppur tardivo, e quello considerevole della spesa sanitaria.

Davanti a questo secondo massimo rincaro fiscale della storia del paese, i conservatori parlano di fine dell’economia nazionale. In rigoroso ossequio al cerchiobottismo keynesiano più frusto, però, Reeves non vuole davvero toccare la rendita. Perciò deve sperare che i suoi tentativi di indurre all’investimento privato nel paese procurino la leggendaria crescita sul cui avvento il partito ha puntato tutte le sue carte.

La produttività e il tasso d’investimento del paese sono i più bassi tra le economie del G7. La crescita del Pil è rimasta sotto il 2% annui per oltre un decennio, mentre il rapporto tra Pil e investimento privato resterà dov’è, al 10%, tra i più bassi d’Europa. Le misure testé annunciate non accelereranno un simile passo di tartaruga, ed è lo stesso Obr (Office of Budget Responsibility)– organismo neoliberale allo stesso tempo super partes e governativo – ad assicurarlo: il Pil resterà anemico, così come l’aumento di produttività necessario per la crescita.

Un’inflazione prevista sopra il 2% rappresenta un ulteriore ostacolo al conseguimento degli obiettivi prefissati dalla Cancelliera. Insomma, mancano le tasse a super ricchi e profitti delle imprese. Il resto dei soldi necessari si otterranno indebitando lo Stato, una mossa che ha visto Sunak attaccare in aula Reeves & Starmer con un’enfasi che rasentava il parossismo. Mai visto l’ex primo ministro – ma non solo lui – altrettanto agitato quando parlava di morti per Covid o catastrofi umanitarie che piagano il paese: solo la pecunia esalta e indigna altrettanto.

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