Europa

Governo Rajoy? Il Psoe verso l’astensione

Governo Rajoy? Il Psoe verso l’astensioneJavier Fernández

Spagna Il partito socialista in crisi celebrerà un nuovo comitato federale. La linea del comitato di gestione è non votare consegnando il paese al Pp

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 4 ottobre 2016

Quello che resta del Partito socialista operaio spagnolo inizia a preparare i suoi elettori al radicale cambio di strategia politica, cioè all’inevitabile astensione al governo di Mariano Rajoy, che gli permetterà di dare il via alla legislatura.

Ieri il comitato di gestione del Psoe che è subentrato a Pedro Sánchez si è riunito per la prima volta dopo il tumultuoso comitato federale di sabato e ha cominciato il lungo lavoro di raccolta dei cocci.

A presiedere la gestora che traghetterà il partito verso il prossimo congresso (si parla ormai di febbraio, con calma) è uno dei principali nemici dell’ex segretario, il presidente asturiano Javier Fernández. Solo due dei dieci membri della gestora sono ascrivibili all’aerea fedele a Sánchez. La prima decisione che è stata presa è quella di celebrare un nuovo comitato federale, ma non sabato prossimo. Probabilmente sabato 15 o addirittura quello successivo, praticamente con la scadenza di questa legislatura alle porte.

Se il giorno 31 la Spagna è ancora senza governo, scattano le elezioni anticipate a dicembre. L’idea è quella di concordare con i “baroni” del partito una linea da portare alla discussione ed evitare scene come quelle di sabato scorso.

La linea, è noto, è quella di dare il via al governo Rajoy mediante un’astensione. Dato che l’accordo con Podemos è escluso – è stato il principale scoglio contro cui Sánchez si è scontrato – andare alle elezioni anticipate sarebbe dare il colpo di grazia a un partito sull’orlo del baratro. «L’astensione non vuol dire appoggiare Rajoy», ha però spiegato Fernández, pur aggiungendo che la posizione sull’investitura del nuovo governo la prenderà un nuovo comitato federale.

Ha escluso anche la libertà di voto al momento della verità: vedremo cosa faranno Sánchez, ormai solo deputato semplice, e i suoi fedeli che sul «no è no» a Rajoy si sono giocati la carriera politica. La federazione catalana, la seconda più importante dopo la andalusa, per esempio, già minaccia di votare no in dissenso dal gruppo. Podemos ha nuovamente ventilato conseguenze nei governi regionali dove appoggia il partito socialista.

Il Pp per il momento tace, ma è chiaro che sarebbe tentato di andare a nuove elezioni per ottenere una certamente assai più comoda maggioranza date le condizioni del suo per ora principale avversario. Ma è molto probabile che né il capo dello stato, né il partito socialista glielo permetteranno.

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