Lavoro

Gkn riprova a licenziare. Senza avere progetti alternativi

Gkn riprova a licenziare. Senza avere progetti alternativiLe tute blu Gkn in corteo – Biagianti

Delocalizzazioni La multinazionale annuncia l'avvio di una nuova procedura di licenziamento collettivo, ammettendo al tempo stesso di essere ancora al palo sull'iter di reindustralizzazione. Operai sempre in trincea, i sindaci al loro fianco, la sinistra fiorentina di alternativa è netta: "Gkn ricatta i lavoratori e offende la città, con il beneplacito del governo Draghi".

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 1 dicembre 2021

Ci risiamo. “Arrivata raccomandata. Gkn si prepara a riaprire la procedura di licenziamento. Decretate ora. Ancora una volta presi in giro”. Il secco post del Collettivo di Fabbrica dello stabilimento di semiassi di Campi Bisenzio riapre il caso simbolo delle multinazionali che chiudono le fabbriche per delocalizzare le produzioni.
Nella raccomandata, datata 26 novembre e ricevuta ieri dagli operai, l’azienda scrive che dopo aver ritardato “l’avvio della procedura di licenziamento collettivo fino alla fine di novembre”, ora è costretta “a iniziare la procedura legale alla fine di questo mese”. Gkn Driveline Firenze nella lettera aggiunge: “Continueremo diligentemente la discussione con il sindacato e le istituzioni, per trovare un’intesa che possa effettivamente portare avanti il progetto di reindustrializzazione”.
Quale reindustralizzazione? Fino ad oggi la multinazionale controllata dal fondo Melrose ha parlato fumosamente di quattro manifestazioni di interesse per il sito produttivo alle porte di Firenze. Ma quando le tute blu e la Fiom Cgil hanno chiesto di conoscere in ogni dettaglio di cosa si trattasse, Gkn non ha saputo dare indicazioni di sorta.
Ora l’azienda nella lettera cita ancora una volta l’esistenza di “manifestazioni di interesse da parte di investitori esterni, interessati a rilevare il sito produttivo e realizzare i loro progetti imprenditoriali, volti a perseguire diverse opportunità in settori di recente affermazione, affini al mondo automotive e per i quali il futuro è più promettente”. Ma, al solito, nel passaggio dalle parole ai fatti Gkn deraglia: “Purtroppo, nonostante le nostre diverse sollecitazioni, non siamo ancora al punto in cui speravamo di essere in merito ai progressi verso la partenza dell’iter di reindustrializzazione”.
A non credere alla multinazionale non solo solo i 500 operai e operaie che fino al 9 luglio scorso hanno lavorato nella fabbrica. Sia il sindaco fiorentino Nardella che il collega campigiano Fossi sono chiari: “I lavoratori oggi hanno ricevuto una nuova lettera. Eppure è stato nominato da poco l’advisor che si deve occupare della reindustrializzazione, sulla quale abbiamo novità”.
Le conclusioni sono presto dette: “La priorità è aprire subito il tavolo della reindustrializzazione di Gkn in modo serio, e fuori da ogni condizionamento. Chiediamo un pieno coinvolgimento di Invitalia in questo processo, e soprattutto fuori da procedure di licenziamento”. Anche il vicesegretario dem Giuseppe Provenzano è chiaro: “Il riavvio dei licenziamenti di Gkn dimostra che non basta un giudice, servono norme per riaffermare la responsabilità sociale contro delocalizzazioni selvagge. C’è una bozza, si approvi con urgenza”. La viceministra (pentastellata) Todde si dice pronta a riconvocare un tavolo al Mise. Ma la sinistra di alternativa fiorentina, da Firenze città aperta a Sinistra progetto comune, non ha dubbi: “Gkn ricatta i lavoratori e offende la città, con il beneplacito del governo Draghi”.

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