Un simbolo in nome (e in memoria) di Silvio Berlusconi. Al momento la riforma della giustizia, passata come disegno di legge costituzionale mercoledì scorso in consiglio dei ministri, non è molto di più. Anche perché, al di là del piano simbolico e delle pur estremamente chiare intenzioni del governo, il percorso che porterebbe allo stravolgimento della giurisdizione, cioè alla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, appare ancora piuttosto lungo. E incerto. IL SOTTOSEGRETARIO Alfredo Mantovano ha detto subito in maniera esplicita che «il testo non è blindato» e che dunque sarà suscettibile di modifiche in parlamento. L’obiettivo, difficile...