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Giro di vite sui migranti, contro l’ascesa dell’AfD

Giro di vite sui migranti, contro l’ascesa dell’AfDOlaf Sholz e Nancy Faeser

Germania La peggiore sconfitta della storia della Spd. Nuovo pacchetto-immigrazione destinato in teoria al «contrasto della criminalità organizzata responsabile degli ingressi illegali»

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 13 ottobre 2023

Non è trascorsa neppure una settimana dal voto in Baviera e Assia che ha certificato il boom dell’ultradestra e il crollo del consenso per tutti e tre i partiti della coalizione Semaforo. Da ieri mattina sul tavolo della ministra dell’Interno, Nancy Faeser – che domenica scorsa da candidata governatrice in Assia ha incassato la peggiore sconfitta della storia della Spd – c’è il nuovo pacchetto-immigrazione destinato in teoria al «contrasto della criminalità organizzata responsabile degli ingressi illegali» e in pratica a provare a fermare l’ascesa di Alice Weidel, leader di Alternative für Deutschland diventato il secondo partito nazionale anche fuori dai sondaggi dopo il trionfo elettorale nelle urne regionali giocate sulla guerra ai migranti.

Dobbiamo limitare l’immigrazione irregolare. Con un pacchetto di rimpatri, in futuro renderemo il rimpatrio più efficiente, veloce e facile Olaf Sholz

Saranno precisamente loro a pagare il conto della sconfitta politica di Spd, Verdi e liberali, come indica la legge in preparazione a Berlino che accelera le deportazioni nei Paesi di origine di chiunque non abbia le carte in regola. «Il periodo di custodia cautelare verrà aumentato da 10 a 28 giorni per facilitare, soprattutto, il rimpatrio di chi ha condanne penali superiori a un anno di carcere e dei membri delle organizzazioni criminali» si legge nella bozza di Faeser. Soprattutto ma evidentemente non solo. Del resto i casi su cui si concentra il testo della ministra dell’Interno nella realtà rappresentano solo una goccia rispetto alla marea di persone presenti nei centri di accoglienza o in stato di detenzione più o meno legale. Risultano in ogni caso più che sufficienti al governo Scholz per poter chiudere il giro di vite sui migranti iniziato con i controlli alla frontiera intra-Ue con Polonia e Repubblica Ceca e l’inserimento nella lista dei cosiddetti Paesi sicuri anche di Moldavia e Georgia. «Alle forze dell’ordine sarà consentito di perquisire le abitazioni dei migranti alla ricerca di documenti che consentano di stabilire con certezza la loro identità» è l’altro sintomatico passaggio del nuovo pacchetto predisposto dalla Spd con la scontata benedizione dei liberali di Fdp e il placet dei Verdi che fino a ieri non era automatico.

Ma per il governo Scholz non è passata nemmeno una settimana anche dalla vittoria della Cdu che si conferma alla guida sia dell’Assia che della Baviera, i due Land dove vive un quarto della popolazione tedesca. Per questo preciso motivo accanto al nuovo pacchetto “anti-Afd” affidato a Faeser si staglia l’imminente «Patto per la Germania» fra il cancelliere e il segretario dell’Union, Friedrich Merz, con tanto di terreno preparato da dichiarazioni concilianti e coincidenti.

«È una vera sfida che così tante persone attualmente raggiungano la Germania in modo irregolare. Il numero di chi arriva come rifugiato è troppo alto» scandisce in due tempi Scholz alla tv pubblica Ard, prima di confermare il faccia a faccia di oggi con il capo dell’opposizione e Boris Rhein, premier Cdu dell’Assia appena rieletto a furor di popolo. Ci sarà anche Stephan Weil, governatore della Bassa Sassonia, l’altro Land-chiave ancora in mano ai socialdemocratici.

«Bisogna che tutti noi ci muoviamo insieme nella stessa direzione» è la giustificazione del cancelliere dell’accordo politico con Merz sul tema immigrazione. «Stiamo giusto modificando le norme che impediscono i rimpatri o li rendono difficili» è invece la spiegazione minimizzante del ministro dell’Economia e vicecancelliere Robert Habeck, co-leader dei Verdi, consapevole dell’impatto sugli elettori del suo partito di una norma così concepita. «Vale soprattutto per i criminali» aggiunge anche lui, quasi fosse un ordine di scuderia dell’intero esecutivo.

Per l’immagine dei Verdi conta non poco la recente conferma ufficiale dei finanziamenti alle Ong impegnate nel Mediterraneo e in Italia almeno fino al 2026 (anche se ciò non li esime dalla critica dei beneficiari sulla politica tutt’altro che umanitaria del governo Scholz, come nel caso di Sos-Humanity) ma anche ogni misura a sostegno dell’integrazione professionale dei profughi. «Incoraggeremo le autorità statali a concedere ai rifugiati il diritto al lavoro in modo che possano mantenersi e contribuire alla sicurezza sociale della Germania» promette Habeck.

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