L’Italia vista dagli studenti è un monocolore rosso. Alleanza Verdi e Sinistra è la lista più votata tra i fuorisede con il 40,35% dei voti. Segue il Pd con il 26,6. Staccati di molto Azione (10,21%), 5stelle (7,84) e Stati Uniti d’Europa con il 7,64%. Irrilevanti le forze di destra, per gli universitari nessuna delle forze di governo raggiungerebbe il quorum: il partito della premier si ferma al 3,37%, circa 25 punti in meno rispetto al risultato nazionale; Fi supera di poco il 2. Inesistente la Lega con lo 0,53. Un voto in parte sovrapponibile a quello degli under 30 che, secondo le stime Youtrend, hanno messo sul podio Pd, Avs e 5s. Il provvedimento sui fuorisede, da poco introdotto, riguardava solo gli universitari e non i giovani lavoratori, circa 4 milioni, che non hanno avuto modo di votare lontani dalla loro residenza.

Nonostante il meccanismo farraginoso (9 votanti su 10 hanno dovuto recarsi nel capoluogo di provincia della regione in cui studiano) ha votato l’80,8% della platea degli studenti registrata. In totale 19mila fuorisede, in gran maggioranza ragazzi meridionali che studiano nelle università del nord. Pochi rispetto a un campione potenziale di 591mila iscritti, ma bisogna sottolineare come la comunicazione della possibilità di voto non sia stata pervasiva. «Il tempo a disposizione per registrarsi, attraverso una procedura indubbiamente macchinosa è stato poco ma è un inizio promettente, un segnale della volontà di partecipazione alla vita democratica su cui insistere in futuro», ha commentato The Good Lobby che assieme a Will Media, al Comitato Io Voto Fuori Sede e alla Rete Voto Sano da Lontano porta avanti da tempo una campagna per il voto a distanza.

Quanto al risultato, è evidente che il movimento guidato da Bonelli e Fratoianni è risultato il meno lontano dalle mobilitazioni universitarie contro il massacro di Gaza e dai temi su cui si concentra l’attivismo studentesco, precariato e ambientalismo. Un segnale elettorale in coerenza con le lotte portate avanti in questi mesi dentro gli atenei. Anche le preferenze per Ilaria Salis e Mimmo Lucano vanno lette nell’ottica di una risposta alla repressione che in questi mesi ha colpito il movimento degli studenti con cariche e arresti dei manifestanti. «Siamo stati convincenti soprattutto tra le giovani generazioni che si sentono defraudate dalla precarietà, ingiustizia sociale, ambientale, climatica, sentiamo tutta la responsabilità di questo ruolo» ha commentato la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella.

Anche all’estero la formazione di sinistra è andata molto bene, risultando il terzo partito più votato con il 14,82%, dietro a Pd (28,44%) e FdI (22%). Sotto il 10% il movimento guidato da Conte, quasi appaiati Fi e Stati Uniti d’Europa, intorno al 5%. Anche in questo caso malissimo la Lega: la divisa di Vannacci non ha convinto gli italiani all’estero che hanno attribuito a Salvini solo il 4,45% delle preferenze. Anche in questo caso va sottolineato come l’Italia sia tra i pochi paesi europei, con Bulgaria, Repubblica Ceca, Malta, Slovacchia e Irlanda, a prevedere ancora molte restrizioni per il voto all’estero nelle europee, al contrario di quanto avviene con le consultazioni politiche. Non è possibile votare dai paesi extra unione e anche chi risiede nel continente è obbligato a recarsi personalmente nelle sedi diplomatiche o nei consolati. L’Italia non prevede in questo caso il voto per corrispondenza, sebbene venga ampiamente utilizzato per altre elezioni e per i referendum. Non può quindi stupire il record negativo sull’affluenza: dei 1.661.949 italiani residenti nel resto d’Europa, hanno votato in 118.731, solo il 7,14% degli aventi diritto.