È la Commissione europea, nei materiali che mette a disposizioni degli aderenti alla Settimana europea della mobilità sostenibile, a pubblicare un piccolo manuale per organizzare una giornata senza auto in 10 mosse. Sottolineando che «la scelta di un giorno feriale massimizza la riduzione di emissioni, rumore e consumo di carburante, mostrando al tempo stesso che ci sono altre opzioni per gli spostamenti quotidiani».

PER ESSERE EFFICACI, aggiunge, la cosa migliore è chiudere le strade «da un’ora prima a un’ora dopo il normale orario di lavoro». Una Giornata senza auto, infatti, è indicata come uno dei 3 criteri per partecipare alla Settimana europea, insieme all’esigenza di organizzare una settimana di attività e attuare almeno una nuova misura per la riduzione dell’impatto ambientale della mobilità urbana in modo permanente.

IL FOCUS DI QUEST’ANNO mette l’accento sull’esigenza di un risparmio energetico, che oltre a migliorare la vivibilità delle città ridurrebbe anche la spesa delle famiglie (la proprietà di un auto privata, infatti, comporta una spesa media di gestione pari a circa 4.500 euro all’anno) ed è legata al concetto di «povertà energetica e di mobilità che sta aumentando a causa dei costi più elevati per i residenti e le imprese in tutta Europa». Martedì 12 settembre risultano 65 i Comuni italiani che hanno aderito alla Settimana europea della mobilità sostenibile.

SI VA DAI PICCOLI CENTRI come Allai, meno di 400 abitanti provincia di Oristano, ad alcune grandi città, come Bari, Brescia, Firenze, Genova, Milano, Roma e Torino. A Milano, il portale dell’Agenzia mobilità ambiente territorio dà conto delle iniziative organizzate. Per quanto riguarda il Car Free Day, però, l’iniziativa presentata per il 22 settembre non è affatto una «Giornata senza auto». «L’iniziativa consiste nella richiesta di adesione simbolica ai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado delle scuole milanesi alla giornata, attraverso il loro impegno a comunicare attraverso una circolare al proprio personale scolastico e ai genitori la richiesta di lasciare per un giorno l’auto a casa e di recarsi a scuola con i mezzi, a piedi o in bici». Un’adesione simbolica, quindi, da ricercare attraverso «una comunicazione ai Dirigenti – con il logo del Comune – attraverso cui potranno compilare un modulo nel quale inserire l’adesione dell’istituto all’iniziativa e un modello di comunicazione che potrà essere usato per le comunicazioni agli insegnanti e alle famiglie».

COME RICONOSCIMENTO verrà distribuita «una simbolica coccarda digitale», quindi virtuale, «che potrà essere applicata sul sito dell’istituto per quella giornata a dimostrazione dell’impegno e della sensibilità della scuola e i link alle mappe di monitoraggio del biossido di azoto in città» pubblicate sul sito dell’associazione Cittadini per l’Aria Onlus, organizzatori dell’iniziativa.

È UN PO’ POCO, FORSE, in un città in cui anche alla vigilia della Settimana europea della mobilità sostenibile una donna di 55 anni che pedalava lungo l’Alzaia del Naviglio, in via Ascanio Sforza, è stata ricoverata in ospedale in coma, dopo esser stata investita da un’auto (11 settembre). Le è andata meglio rispetto alla donna di 77 anni, che camminava su un marciapiede quando è stata travolta da un auto senza controllo, vettura che si è ribaltata dopo un incidente, causato – pare – da un passaggio azzardato con semaforo rosso: è morta il 9 settembre. Com’era successo, una decina di giorni prima, a un’altra ciclista, una ragazza di meno di trent’anni. La Spoon River continua per gli utenti deboli sulle strade di Milano. E non ci sono coccarde digitali.