Cultura

Ginette Kolinka, una testimonianza in bianco e nero

Ginette Kolinka, una testimonianza in bianco e neroUna tavola di Aurore D’Hondt

Fumetti In vista del Giorno della Memoria, BeccoGiallo propone l'autobiografia di una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia disegnata da Aurore D’Hondt che la conobbe durante un incontro con gli studenti della ex deportata che ha oggi 99 anni

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 24 gennaio 2024

Ginette Kolinka aveva solo 19 anni quando, nel marzo del ’44, fu arrestata dalla Gestapo e dalla Milizia di Vichy e deportata nel lager di Birkenau dove trascorse sei mesi prima di essere evacuata a Bergen-Belsen e quindi a Theresienstadt. Fu la sola della sua famiglia a fare ritorno a casa. Oggi, a 99 anni, è una delle ultime sopravvissute della Shoah in Francia. Una tra le 74mila vittime – uomini, donne, bambini e anziani – che furono deportate verso i campi di sterminio costruiti dai nazisti in Polonia. E da cui, dopo il 1945, tornarono in meno di 4mila.

«UN TEMPO mi commuovevo anche solo leggendo un romanzo rosa, ma dopo Birkenau ho smesso di piangere quasi del tutto», ha raccontato al manifesto quattro anni fa questa donna coraggiosa e sorridente, capace di regalare all’interlocutore un’espressione delicata anche mentre racconta la barbarie di cui è stata testimone. Dopo aver lungamente custodito quei terribili ricordi, negli ultimi 25 anni Kolinka ha scelto di raccontare ciò che ha vissuto, attraversando la Francia per incontrare gli studenti.

DA UNO DI QUESTI INCONTRI è nata la sua toccante autobiografia a fumetti disegnata da Aurore D’Hondt che la conobbe nel 2018, quando l’ex deportata raccontò la sua storia agli studenti del liceo frequentato dalla ragazza. Ginette Kolinka. Testimonianza di una sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau che BeccoGiallo propone in vista del Giorno della Memoria (pp. 240, euro 22) ripercorre, in un bianco e nero pieno dal forte impatto visivo, le vicende che portarono la ragazza di allora verso i lager nazisti e rilanciano l’impegno della giovane di oggi a rinnovare il valore della testimonianza appreso durante quell’incontro a scuola.

Il volume, realizzato in collaborazione con la Fondazione per la Memoria della Shoah, si apre con le parole di Kolinka che ammonisce sul fatto che la realtà da lei subita fu ancora peggiore di quella descritta e si chiude con quelle di D’Hondt che sottolinea come questo libro sia un contributo «affinché la testimonianza di Ginette non vada mai perduta».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento