Lavoro

Gigafactory batterie Psa, Termoli batte Torino

Gigafactory batterie Psa, Termoli batte TorinoLa fabbrica di Termoli

La Scelta L'annucio di Tavares. A sorpresa il sito molisano preferito a Mirafiori. Cirio e Appendino: il governo ha tradito

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 9 luglio 2021

Era la prima decisione, la cartina di tornasole per capire se Stellantis avrebbe puntato sull’Italia. La scelta del sito per la «terza gigafactory» europea, dopo quelle annunciate in Francia e Germania, non era scontata. Carlos Tavares ha annunciato che sarà in Italia. A sorpresa però non sarà a Torino, patria della Fiat, bensì a Termoli. La fabbrica Powertrain in Molise che ora produce motori sarà convertita alla costruzione di batterie per le auto elettrica.
Una scelta festeggiata da governo – non sono noti gli incentivi anche tramite Pnrr promessi a Tavares per vincere il derby con la Spagna – e sindacati. Non certo a Torino, dove meno di due giorni fa la Fiom aveva tenuto il «Mirafiori Day» proprio per chiedere che la gigafactory sorgesse nello storico stabilimento della famiglia Agnelli, solo in teoria azionista alla pari nella fusione con Psa.
Invece per la Torino in cui ci sono operai ex Fiat e ex Fca che fanno cassa integrazione anch da 14 anni nessun annuncio e grandi nubi nere all’orizzonte di questa fusione asimmetrica che dimentica la storia dell’auto.
Dopo anni di silenzio compiacente nell’epoca del disimpegno di Marchionne, ieri si è svegliato rabbioso l’inedito duo istituzionale Cirio-Appendino. Il presidente forzista del Piemonte e la sindaca M5s di Torino condividono una nota in cui parlano di «decisione che tradisce Torino e il Piemonte» e chiamano in causa direttamente il governo Draghi: «Attendiamo di avere parole chiare da Roma per capire su che basi questa scelta sia stata condivisa con il governo», chiudendo con una promessa al limite del comico: «Trasformeremo la rabbia in azione». Chissà, forse faranno causa alla famiglia Agnelli. Oppure al ministro Giancarlo Giorgetti che si intesta la scelta: «Bella e attesa notizia, ora prosegua il confronto sul piano industriale con le parti interessate», dichiara il leghista.
Da parte sinadacale la Fiom parla di «scelta importante che va nella direzione delle richieste sostenute dalle mobilitazioni» ma si dice allo stesso tempo preoccupata per il futuro di molti altri stabilimenti Fca: «Cento, Pratola Serra che producono diesel, per l’intero polo torinese, Cassino e Pomigliano». Per questo chiede «lo stato recuperi il ruolo di regia delle politiche industriali: va affrontata la fase di passaggio dal vecchio al nuovo piano industriale, individuando gli strumenti normativi per garantire la formazione, il ricambio generazionale e il salario», tornando a chiedere «oltre alla produzione di marchi premium e lusso anche modelli di segmento B», le ex utilitarie.
Più positive le reazioni degli altri sindacati. «Siamo stati ascoltati da Tavares», sottolineao Roberto Benaglia e Ferinando Uliano della Fim. «Conferma l’impegno di Stellantis nel nostro paese, sta prendendo forma il nuovo piano industriale», festeggia Gianluca Ficco della Uilm.

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