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Germania, Verdi e Fdp avanzano verso il «semaforo»

Germania, Verdi e Fdp avanzano verso il «semaforo»Olaf Scholz – Ap

Oggi il primo colloquio Seduti intorno allo stesso tavolo si troveranno sei esponenti socialdemocratici e dieci ciascuno dei Grünen e dei liberali. Seguiranno certamente altre sessioni

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 7 ottobre 2021

A Berlino si accendono tutte le luci del “Semaforo” dopo il via libera di Spd, Verdi e Fdp al primo tavolo di negoziato congiunto per il nuovo governo, già fissato dalle 11 alle 17 di oggi. Ieri il segretario dei liberali, Christian Lindner, ha accettato l’invito dei leader dei Grünen, Annalena Baerbock e Robert Habeck, per l’incontro d’esordio fra i tre partiti.

Festeggia la Spd confermando ufficialmente il passo politico più atteso dalla maggioranza dei tedeschi ma finora tutt’altro che scontato. «Si parte!» ha scandito l’aspirante-cancelliere Olaf Scholz dopo avere scritto nella sua agenda gli estremi del summit di sei ore che si terrà al City Cube, il maxi-padiglione del quartiere fieristico a Berlino-Ovest.

Seduti intorno allo stesso tavolo si troveranno sei esponenti della Spd (tra cui i due segretari e la governatrice della Renania-Palatinato, Malu Dreyer, che guida l’unica coalizione “Semaforo” a livello regionale) e dieci ciascuno di Verdi e Fdp. Al primo incontro seguiranno certamente altre sessioni di trattativa, «al massimo dieci» come rivelano nell’inner circle dei Verdi, preoccupati di non ripetere il tiramolla che nel 2017 fece nascere la terza GroKo di Angela Merkel.

«Abbiamo deciso di approfondire la possibilità di un’alleanza con socialdemocratici e liberali soprattutto in vista del terreno comune ma anche perché la Germania non può permettersi una lunga attesa» riassume Baerbock senza però chiudere del tutto il toto-coalizione. Non a caso Habeck ha lanciato il suo metaforico avvertimento: «Il biscotto non è stato ancora mangiato», lasciando intendere che l’opzione “Giamaica” con la Cdu non è stata ancora definitivamente archiviata.

Ma che la “Giamaica” sia più morta che viva lo ha fatto capire ieri a Monaco il leader Csu, Markus Söder, con il suo clamoroso requiem per l’ipotesi inseguita dal segretario Cdu, Armin Laschet. «Vedo un rifiuto di fatto all’alleanza fra Union, Fdp e Verdi e noi dobbiamo riconoscere questo segnale. Liberali e Grünen hanno scelto di imboccare la strada del “Semaforo”, adesso la devono seguire con coerenza».

È la prova che Verdi e Fdp (l“asse-Limone” secondo la definizione dei media per via dei rispettivi colori) questa volta fanno sul serio, anche se entrambi continueranno a tenere acceso il lumino della “Giamaica” per mantenere sotto pressione Scholz ricordandogli che non rappresenta ancora la soluzione finale. A riguardo nella Spd restano preoccupati soprattutto per l’eventuale defenestrazione rapida di Laschet – responsabile del maggiore crollo elettorale della storia dei democristiani – e la sua sostituzione con il premier bavarese che in teoria potrebbe riaprire la partita per il governo. Al momento, però, l’eventualità non appare imminente nonostante il ministro della Sanità, Jens Spahn, continui a immaginare un congresso straordinario della Cdu «al massimo entro gennaio».

In più a spianare la strada verso la coalizione “Semaforo“ a Söder ieri si è aggiunto anche l’ex ministro dei Trasporti, Alexander Dobrindt, capogruppo dei cristiano-sociali al Bundestag. «Dobbiamo prepararci a sedere tra i banchi dell’opposizione per i prossimi quattro anni, perché ci sono alte probabilità che Spd, Verdi e liberali riescano a mettersi d’accordo».

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