Passa al Bundestag la riforma della legge sul clima che aumenta le agevolazioni su produzione e consumo delle energie pulite ma depotenzia gli obblighi del governo Scholz a compensare l’inquinamento prodotto in passato con le misure di applicazione immediata.

Se la norma nei prossimi giorni sarà ratificata dal Bundesrat, il senato dei Land, ai ministeri come i Trasporti non verrà più imposto il dovere di varare piani certi, effettivi e a brevissima scadenza per equilibrare le emissioni di CO2 fuori norma. Un annacquamento della protezione del clima fortemente voluto soprattutto dal partito liberale.

Protestano in coro le associazione ambientaliste: «I cambiamenti apportati dal governo Scholz violeranno non solo una pietra miliare sulla protezione del clima come la storica sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe del 2021 ma anche la decisione della Corte europea per i diritti umani» denunciano in conferenza stampa congiunta Greenpeace, Environmental Action Germany, Germanwatch, Fridays for Future e la Solar Energy Support Association.

«La riduzione degli obblighi sulle emissioni e molte altre parti peggiorative della riforma ritarderanno un’azione rapida ed efficace difesa del clima violando il principio della giustizia intergenerazionale». Per questo preciso motivo le Ong sono pronte a intraprendere le «opportune azioni legali» dopo aver fatto invano appello per settimane ai deputati di votare «secondo la propria coscienza».

Ma si registra anche l’opposizione della Cdu per motivi diametralmente opposti agli ecologisti: «La Corte costituzionale blocchi l’iter legislativo. Il governo sta tentando di far adottare in tutta fretta una decisione di vasta portata che richiederebbe invece tempo per il giusto dibattito» riassume lo stesso deputato della Cdu che l’anno scorso era riuscito a far rinviare la votazione sulla decarbonizzazione ricorrendo proprio ai tribunali.

Il governo invece festeggia, soprattutto perché dopo mesi di ritardo i leader dei tre partiti della maggioranza Semaforo sono riusciti a far approvare la legge in Parlamento. Primo passo per poter avere le mani libere sui precedenti obblighi, non più ritenuti così stringenti negli attuali tempi di guerra e recessione.

Di fatto la nuova norma si limita a impegnare il governo Scholz a raggiungere solamente gli obiettivi climatici generali e non più quelli individuali per singoli settori economici. Vuol dire mettere al sicuro dal taglio di CO2 trasporti, edilizia e industria dell’auto; è la traduzione della riforma che secondo il governo assicura invece che «d’ora in poi le emissioni possono essere ridotte laddove sarà più efficiente farlo».

L’avvocato ambientalista Remo Klinger contesta con i numeri l’efficacia immaginata dalla coalizione Semaforo: «Se la riforma verrà approvata definitivamente il governo sarà costretto ad attuare misure efficaci per ridurre le emissioni “solo” entro il 2030». Politicamente una formula “magica”: consente al governo in carica di scaricare le costose misure di protezione del clima sull’esecutivo successivo.