George Miller, «è come tornare a scuola di cinema»
Cannes 69 Si presenta il presidente della giuria nella conferenza inaugurale: «I giurati - spiega - sono come una bestia a nove teste, cercano di trovare un comune accordo pur mantenendo un proprio punto di vista».
Cannes 69 Si presenta il presidente della giuria nella conferenza inaugurale: «I giurati - spiega - sono come una bestia a nove teste, cercano di trovare un comune accordo pur mantenendo un proprio punto di vista».
Conferenza stampa inaugurale anche per la giuria della sessantanovesima edizionedel festival di Cannes. Il presidente George Miller spiega che il suo compito principale sarà quello di «coordinare il giudizio di tutti i membri». «I giurati – aggiunge il regista della fortunata saga Mad Max – utilizzando un termine un po’ colorito – sono come una bestia a nove teste cercano di trovare un comune accordo, pur mantenendo un proprio punto di vista.
Inizia così il lavoro degli otto giurati, Arnaud Desplechin, Kirsten Dunst, Valeria Golino, Mads Mikkelsen, Laszlo Nemes, Vanessa Paradis, Katayoon Shahabi e Donald Sutherland, con la missione «comune» di assegnare domenica 22 maggio la Palma d’oro e gli altri premi del concorso . «Non posso esprimere giudizi né sapere come andrà a finire ma – sottolinea ancora Miller – il film che vincerà il festival dovrà avere, dal mio punto di vista, la capacità di colpirmi nell’animo». E aggiunge: «Essere presidente di giuria qui a Cannes è come ritornare alla scuola di cinema. Una grande esperienza».
Il veterano di Hollywood, Donald Sutherland, che ha appena compiuto ottant’anni, spiega che è a Cannes per cercare il film «che cambierà la mia vita. Mi è già successo, un pomeriggio di sessant’anni fa a Toronto ho visto due film, La Strada di Fellini e subito dopo Orizzonti di gloria di Kubrick. Ecco quelle due opere hanno decisamente cambiato la mia vita. Sulla Croisette cerco proprio questo tipo di emozioni».
Per l’attrice e cantante francese Vanessa Paradis, un film per meritare la Palma d’oro deve incuriosirla così da spingerla a: «rivederlo una seconda volta, per scoprire altri dettagli». «Non metto paletti, sono aperta al confronto, all’emozione di quanto vedo sullo schermo: le immagini, la sceneggiatura», è il metodo dell’attrice americana Kirsten Dunst. Valeria Golino ha già avuto esperienze da giurata, una anche al Festival di Locarno: «Voglio espormi e sentire quello che sento fino in fondo».
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