Da ieri a Berlino il «falco delle Finanze» è Paolo Gentiloni che nelle vesti di commissario Ue all’Economia ha affondato il piano del cancelliere Scholz, in nome delle regole comunitarie valide sempre e per tutti. Nessuna esenzione dell’Iva sulla nuova “Gasumlage” (la tassa salva-perdite delle compagnie energetiche predisposta dalla coalizione Semaforo) verrà concessa da Bruxelles, come si legge nella lettera ricevuta dal ministro delle Finanze, Christian Lindner.

Di conseguenza luce rossa dell’Europa all’esenzione fiscale annunciata con troppa fretta dalla coalizione Semaforo pressata dalle proteste per il devastante impatto sociale della “Gasumlage”, destinata a pesare per quasi 500 euro sul bilancio annuo della famiglia di quattro persone.

MA IL «NEIN» DI GENTILONI non smonta completamente il pacchetto anti-crisi del governo Scholz. A Berlino confermano che aggireranno il veto europeo: «Vista l’impossibilità di azzerare l’imposta di valore aggiunto, l’aliquota sul gas scenderà dall’attuale 19% al 7%» spiega il vicecancelliere Robert Habeck dei Verdi, rientrando così pienamente nel recinto della legalità Ue che ammette di ridurre l’Iva fino alla quota minima del 5%.

Ancora una volta, tuttavia, sarà dirimente soprattutto il fattore-tempo, con le lancette della Locomotiva d’Europa che già rischiano di fermarsi del tutto. Rimbomba sempre forte nelle orecchie di tutti i ministri del governo “Ampel” l’ultimo allarme lanciato dall’Agenzia federale delle Reti da Bonn: se Gazprom taglierà anche il rimanente 20% di gas che attualmente transita attraverso il Nordstream, le centrali della Germania si fermeranno non più tardi di 60 giorni dopo.

TEMPO DA TENERE bene sotto controllo sarà anche quello di arrivo delle prime bollette comprensive della “Gasumlage”. Come spiegano i tecnici del ministero dell’Economia «per tutelare i consumatori la legge federale sull’industria energetica prevede il preavviso da quattro a sei settimane», perciò la nuova tassa farà il suo esordio sulle bollette tra fine novembre e inizio dicembre e non scomparirà fino al prossimo marzo, proprio come il ribasso Iva promesso da Scholz per riequilibrare il salvagente pubblico ai distributori del gas sommersi dalle perdite. «La questione della giustizia è cruciale per tenere unito il Paese durante questa crisi» chiosa il cancelliere, convinto che il risparmio provocato dal calo dell’Iva «di certo supererà il prelievo della “Gasumlage”».

OLTRE ALLA GABELLA salva-imprese del gas, però, sui tedeschi potrebbe presto calare anche la tassa di 0,57 cent per kilowattora che da ottobre graverà direttamente sui fornitori (se questi decideranno di girare il costo al consumatore finale) e perfino il cosiddetto importo sullo stoccaggio pari a 0,05 cent per kilowattora. Altri soldi da tirare fuori per far quadrare i conti del gas della Germania avviata verso il primo inverno di guerra.