Gaza arriva alla conferenza sul clima: iniziative pro Palestina, e l’Iran se ne va
Cop28 La diplomazia ambientale non è un'isola
Cop28 La diplomazia ambientale non è un'isola
La delegazione iraniana abbandona i negoziati sul clima in corso alla Cop28 di Dubai. È una delle notizie meno raccontate della giornata di ieri, ma anche una delle più indicative per le tensioni che stanno attraversando la politica globale e, con lei, i negoziati per il clima. La diplomazia ambientale, come si ripete da tempo, non è un’isola. Risente di quanto gli accade attorno – dove attorno è tutto il resto del mondo. E quello che sta accadendo a Gaza – una carneficina da oltre 15.000 vittime secondo il ministero della sanità palestinese – non poteva che varcare anche i cancelli dorati dell’Expo City, l’avveniristica area di Dubai che da quattro giorni ospita Cop28.
Si era iniziato con le dichiarazioni dei leader nella giornata di apertura. Il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry, già presidente di Cop27, ha chiesto alla platea un minuto di silenzio per le vittime di Gaza, dando anche notizia di due negoziatori morti sotto le bombe. Iraq, Turchia, Giordania e Colombia hanno seguito a ruota nel ricordare quanto sta avvenendo in Palestina. «Mentre parliamo, il popolo palestinese sta affrontando una minaccia immediata alle sue vite», ha detto Re Abdullah II di Giordania. Gli ha fatto eco il presidente colombiano Gustavo Petro: «Forse se oggi vediamo una Palestina libera emergere dalle macerie, domani vedremo un’umanità viva emergere dalle macerie della crisi climatica».
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Una tensione evidentemente percepita dalla delegazione israeliana. Il presidente Herzog, anche lui a Dubai, ha condiviso su X la foto di quattro incontri bilaterali avuti al margine del vertice con diversi dei maggiori leader presenti. Il tema dei meeting lo rivela lo stesso Herzog: «il rispetto del diritto dello Stato di Israele a difendersi». Il clima non è nemmeno nominato, l’attenzione è tutta sul difendere l’invasione israeliana di Gaza di fronte alla comunità internazionale.
Infine, è arrivato il clamoroso addio della delegazione iraniana. La ragione della scelta, spiegano da Teheran, è «la presenza politica, parziale e irrilevante del falso regime sionista» al tavolo. Gaza è sbarcata a Dubai, e la sua presenza pesa sulle spalle dei negoziatori.
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