L’assoluta fedeltà atlantica più volte dichiarata in campagna elettorale da Giorgia Meloni ha trovato la sua dimensione concreta nella giornata di ieri, con il primo incontro ufficiale tra la presidente del consiglio e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Scambi di convenevoli a parte – lui l’ha chiamata «cara Giorgia» – il piatto forte ha riguardato ovviamente l’Ucraina, con Stoltenberg che ha incassato il pieno sostegno del governo italiano, nel nome della difesa dei «comuni valori della nostra identità occidentale», come ha detto Meloni, ribadendo così il «fermo sostegno» italiano alla causa ucraina.

Il segretario della Nato, dal canto suo, ha battuto sul solito tema, ovvero l’invio delle armi: «Abbiamo fornito un sostegno senza precedenti all’Ucraina, anche grazie all’Italia. Questo sostegno sta facendo la differenza».

Il governo Meloni, a questo proposito, si sta preparando a varare il suo primo «decreto armi» (sarebbe il sesto di marca italiana dall’inizio della guerra), e proprio in questi giorni il ministro della Difesa Guido Crosetto sta compilando la lista della spesa che poi verrà inviata a Kiev. La partita era rimasta in sospeso dallo scorso governo, e dovrà necessariamente passare per l’approvazione da parte del parlamento. I numeri ci sono, le promesse di Meloni verranno mantenute.