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«Frontiera dura» contro i migranti, la Polonia prolunga l’emergenza al confine con la Bielorussia

«Frontiera dura» contro i migranti, la Polonia prolunga l’emergenza al confine con la BielorussiaMigranti a Usnarz Gorny, in Polonia, al confine con la Bielorussia – Ap

Situazione disperata Il governo vuole prendere tempo per completare l’installazione alla frontiera di circa 250 chilometri di “concertina”, un tipo di filo spinato con lame a spirale doppia. Giornalisti e operatori umanitari devono rimanere fuori

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 2 ottobre 2021

La Polonia mantiene la “frontiera dura” con il vicino bielorusso prolungando lo stato di emergenza per arginare i migranti provenienti dal Medio Oriente. Il Sejm, la camera bassa del parlamento, ha votato giovedì per l’estensione dello stato di emergenza di altri 60 giorni nel voivodati di Lublino e della Podlachia. Nessuna sorpresa nelle dichiarazioni del ministro dell’Interno polacco, Mariusz Kaminski il giorno prima del voto: «La frontiera deve essere “dura”. Non possiamo cedere. Non lasceremo che le nostre frontiere siano violate».

Il partito della destra populista Diritto e giustizia (Pis) e i suoi alleati hanno deciso di fare tutto da sé: niente corridoio umanitario come richiesto dalla chiesa polacca, nessun coinvolgimento dell’agenzia europea Frontex nella gestione di una situazione che il governo vuole far passare come un’«emergenza», e neanche i giornalisti. A nulla è valso, almeno fino ad ora, l’appello lanciato dalla “banda dei trenta” un gruppo di media polacchi, coinvolti nella campagna Dziennikarze na granicy (Giornalisti alla frontiera) ai quali non è consentito avvicinarsi a meno di tre chilometri di distanza dalle zone colpite dal provvedimento. Il governo polacco sta operando su due fronti in contemporanea; da una parte impedire ai media di documentare la campagna di push back dei migranti in Bielorussia; dall’altra, puntare tutto su una narrazione tesa a sottolineare la necessità di tutelare la Polonia dalle “provocazioni” del paese vicino: «Le persone che provano a forzare le nostre frontiere sono invitate dal regime di Lukashenko e vengono sfruttate come arma a scopi politici», ha aggiunto Kaminski.

Questa settimana sono circolate alcune immagini di minorenni in condizioni disperate nei dintorni del villaggio di Michałów, dal lato polacco, trattati poi dagli agenti di frontiera «in linea con le disposizioni in vigore», ovvero oggetto di respingimento. L’opposizione ha provato a giocarsi la carta dei “bambini di Michałów” durante il dibattito in aula ma non è servito a nulla: «Queste foto sono il vostro attimo di vergogna. Dovete dimostrare che il potere non sia venuto a conoscenza di nessun abuso», ha dichiarato Krzysztof Gawkowski, esponente del club parlamentare Lewica (Sinistra).

Con il prolungamento dello stato di emergenza il governo vuole prendere tempo per completare l’installazione alla frontiera di circa 250 chilometri di “concertina”, un tipo di filo spinato con lame a spirale doppia. In verità, a medio termine, il governo punta a costruire una barriera di separazione lungo tutto il confine con la Bielorussia.

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