Pensione a 60 anni, «abolizione dei privilegi dei miliardari», biforcazione (transizione ndr) ecologica, riforma costituzionale, riforma della polizia, dell’agricoltura, dell’accoglienza, lotta alle violenze di genere, aumento dei salari, reintroduzione della scala mobile, investimenti massicci nel pubblico e in particolare in scuola e sanità: ieri il Front Populaire, la nuova coalizione delle sinistre francesi, ha presentato il proprio programma, frutto di quattro giorni di accese discussioni. Il programma «è il risultato di un enorme lavoro collettivo realizzato in questi ultimi giorni, in queste ultime notti, che ci permette di rispondere all’appuntamento con la Storia» ha detto ieri Aurélie Trouvé, deputata uscente de La France Insoumise ed ex presidente di Attac, introducendo il programma davanti a una folla di giornalisti.

NELLE 24 PAGINE del documento programmatico, la gauche tratteggia con precisione un’azione in tre fasi: un primo momento di «rottura», nei primi 15 giorni; poi uno da dispiegarsi sui primi 3 mesi, «l’estate delle biforcazioni»; infine una terza, di lungo periodo, definita «delle trasformazioni». Nelle prime due settimane, il Front Populaire intende abrogare la riforma delle pensioni di Macron, che aveva scatenato le gigantesche proteste del 2022-23; implementare il blocco dei prezzi «dei beni di prima necessità»; aumentare il salario minimo a 1.600 euro netti (ora è a 1.398) e quello dei dipendenti pubblici; tassare i «superprofitti» delle grandi aziende del settore agro-industriale e della grande distribuzione per garantire dei prezzi vantaggiosi agli agricoltori.

AL CENTRO DEL PROGRAMMA vi sono le questioni legate al salario e al lavoro, con «l’obiettivo» della pensione a 60 anni, unito alla convocazione di una grande «conferenza sociale» sui salari e sul lavoro, l’instaurazione delle 32 ore per i mestieri più nocivi, l’indicizzazione delle paghe all’inflazione e l’aumento degli stipendi per gli insegnanti e i dipendenti pubblici. Su queste basi, la gauche intende operare la «biforcazione» ecologica e industriale, rilocalizzando le industrie strategiche, introducendo vincoli finanziari per favorire la transizione ecologica, vietando pesticidi come il glifosato e favorendo massicciamente la piccola agricoltura.

SI AFFACCIANO poi nel programma altre misure come la creazione di un fondo da 2 miliardi contro le violenze di genere, l’introduzione del «congedo mestruale», il disarmo della polizia e l’istituzione di autorità indipendenti di controllo degli agenti, la creazione di «vie legali e sicure d’immigrazione» e di una «agenzia di salvataggio in mare e su terra». Inoltre, la sinistra intende mettere in soffitta «la monarchia presidenziale» in favore di una sesta repubblica fondata sul proporzionale e su di un’assemblea costituente «eletta e cittadina».

PER FINANZIARE LE RIFORME, la chiave è «abolire i privilegi dei miliardari», come è scritto in grassetto nel programma. Tra le numerose proposte, spiccano la restaurazione della patrimoniale abolita da Macron nel 2018, l’aumento della progressività del fisco tassando maggiormente i redditi più alti, e la riforma della tassa di successione, al fine di renderla «più progressiva» per colpire maggiormente i grandi patrimoni e stabilire «un’eredità massima». È un programma che «ridà allo Stato i mezzi finanziari per agire» tramite «una politica che articola precisamente spese e introiti» ha scritto su X l’economista Michael Zemmour. Le soluzioni proposte dal Front Populaire, d’altronde, ricordano molto da vicino la proposta di una «patrimoniale per i servizi pubblici» avanzata dagli economisti Julia Cagé e Thomas Piketty. Si dedica poi un ampio spazio alle questioni internazionali, che avevano cristallizzato le tensioni in questi giorni. Il livello del sostegno all’Ucraina, la condanna del genocidio a Gaza e il ruolo dell’Ue sono temi sui quali le posizioni de La France Insoumise e del Partito Socialista erano sembrate inconciliabili.

SULL’UCRAINA, la sinistra francese promette di difendere «l’integrità delle frontiere» ucraine «attraverso la consegna delle armi necessarie» sposando quindi la linea espressa dal Ps e dal suo candidato alle europee, Raphaël Glucksmann. Su Gaza, il Front Populaire invoca il cessate il fuoco immediato, l’embargo delle armi, l’istituzione di sanzioni contro Netanyahou e il rispetto della «sentenza della Corte internazionale di giustizia che evoca, senza ambiguità, un rischio di genocidio a Gaza».

INFINE, SULL’EUROPA, il Front Populaire riprende quasi in toto le formulazioni del programma della precedente unione della sinistra, la Nupes del 2022. Seppur con un linguaggio meno conflittuale, la gauche si impegna a non rispettare i trattati europei, a «rifiutare il patto si stabilità» e il «diritto alla concorrenza» qualora questi mettano a rischio «i servizi pubblici» e il programma politico del governo.