Lavoro

Frode e sfruttamento, indagata la Chiapparoli

Frode e sfruttamento, indagata la ChiapparoliIl Tribunale di Milano – La Presse

Inchieste Sequestro preventivo d'urgenza di oltre 41 milioni alla big della logistica per aziende farmaceutiche e alla coop Consorzio Sal, usata in uno schema di intermediazione illecita di manodopera. Le accuse della procura di Milano: "società serbatoio" per lucrare sui lavoratori, e "falsi documenti per un ammontare di circa 250 milioni di euro".

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 31 gennaio 2024

La procura milanese butta un nuovo fascio di luce sulle forme di sfruttamento e sulle connesse frode fiscali nel mondo del lavoro, questa volta guardando ai meccanismi delle scatole di “società serbatoio” di manodopera per le grandi aziende. Proprio indagando su un caso del genere, oltre alle perquisizioni e alle informazioni di garanzia è scattato il sequestro preventivo d’urgenza per frode fiscale di oltre 41 milioni nei confronti di alcune società attive nel settore della logistica per aziende farmaceutiche, in particolare la spa Chiapparoli Logistica.
La nuova inchiesta rientra in quelle indagini che il pm Paolo Storari e il Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle stanno portando avanti da tempo, e che hanno riguardato di volta in volta grandi gruppi, aziende della logistica e dei trasporti, della vigilanza privata e via dicendo. “Fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro – spiegava sul punto il procuratore Marcello Viola – realizzati attraverso un assiduo sfruttamento dei dipendenti”.

In questo caso, in cambio di un pugno di euro e dell’assunzione diretta alla Chiapparoli, circa 500 lavoratori l’estate scorsa hanno dovuto firmare un’espressa rinuncia ai cospicui crediti vantati per il Tfr maturato quando erano formalmente dipendenti di una serie, appunto, di “società serbatoio”. In altre parole delle coop di cui si serviva la Chiapparoli per la logistica farmaceutica. Coop che “hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” per i dipendenti. “Almeno dal 2017 c’è un sistematico sfruttamento”, tira le somme il pm Storari. Con i lavoratori che passavano da una società all’altra, mentre di fatto lavoravano per la spa committente.

I rapporti di lavoro con la Chiapparoli venivano schermati da apposite società “filtro”. Di qui i sequestri di oltre 11 milioni alla Chiapparoli, e di oltre 30 milioni alla coop Consorzio Sal, usata nello schema di intermediazione illecita di manodopera. Tra gli indagati, oltre alle società, anche la responsabile della spa Elena Chiapparoli, e quello del consorzio Aronne Premi.

Il procuratore Viola ha puntualizzato che le indagini sono svolte con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, tecnicamente per una “complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo di circa 250 milioni di euro”.

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