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Musolino: «Deriva trumpiana, chi governa pretende un’immunità totale»

Musolino: «Deriva trumpiana, chi governa pretende un’immunità totale»

Giustizia Intervista al segretario di Magistratura democratica: «L’idea che tutto sia un complotto o una macchinazione inquina i rapporti tra le istituzioni. Alzano il livello dello scontro per cercare di imporre le loro riforme»

Pubblicato 19 giorni faEdizione del 17 settembre 2024

La richiesta di condanna a sei anni nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda Open Arms riapre, ancora una volta, il romanzone dello scontro tra forze politiche e magistratura, grande classico del dibattito pubblico italiano da almeno un trentennio a questa parte.

Stefano Musolino, procuratore aggiunto a Reggio Calabria e segretario di Magistratura Democratica, nel weekend dal governo sono arrivati tuoni e fulmini contro la magistratura: hanno parlato tutti, da Meloni in giù e i toni sono quelli dello scontro totale…
La reazione di Salvini, e ovviamente anche quelle del resto del governo, mi sembrano una sorta di influenza trumpiana sulla politica italiana. Il vicepremier, forse più degli altri, interpreta un po’ questo riflesso. È come se mancasse completamente la percezione della differenza tra ruolo istituzionale e vicende personali.

Il risultato è, appunto, un attacco sempre più diretto ai magistrati. Nel merito, però, la vicenda appare piuttosto chiara: la requisitoria contro Salvini ha ricostruito con una certa precisione quanto accaduto nell’estate del 2019.
Prima di tutto bisogna dire che siamo alla richiesta di condanna, non alla sentenza. In ogni caso, le reazioni di questi giorni sembrano quasi voler dire che quel processo non si doveva proprio fare, come se qualsiasi pronunciamento al di fuori dell’assoluzione fosse inaccettabile. Ma la cosa più incredibile di tutte è un’altra.

Quale?
C’è un tentativo di assimilarsi alla voce del popolo, quando in realtà un vicepremier è evidentemente in una posizione privilegiata rispetto a tantissimi altri. Mi spiego: ci sono molti imputati che si lamentano perché ritengono di aver subito una condanna troppo pesante o perché proprio ritengono di non dover rispondere di alcunché. Va bene, ma tutti debbono sottostare al processo. Nel caso di Salvini invece ci si pone al di sopra delle leggi e si pretende una sorta di immunità assoluta. Alla contestazione di fatti precisi si risponde come se fosse lesa maestà.

Processi, scandali, teorie del complotto, addirittura gossip. Ogni settimana ne arriva una nuova. Non le sembra che questo governo soffra di sindrome dell’accerchiamento?
L’idea che tutto sia un complotto o una macchinazione inquina i rapporti tra le istituzioni. La verità è che discorsi di questo tipo servono solo a distogliere l’attenzione dai problemi reali del paese, concentrandosi invece su questioni che riguardano gli interessi di pochissimi.

In questo clima di scontro, le sembra che l’Anm stia facendo abbastanza? Le risposte alle dichiarazioni del governo certo non mancano, ma non si vedono iniziative più, diciamo, concrete.
È un periodo in cui nel paese, anche per effetto dei ripetuti attacchi sistematici che vediamo ogni giorno, la magistratura non gode dei favori dell’opinione pubblica. Mi pare chiaro che da parte del governo ci sia un tentativo di alzare il livello dello scontro per portare avanti con maggiore facilità le riforme di cui tanto parlano. L’obiettivo finale è deformare i rapporti istituzionali. Soprattutto contro la magistratura e contro i diritti dei più deboli.

Di battaglie tra toghe e politica ne abbiamo viste parecchie. Rispetto al passato come giudica questa fase?
Probabilmente è una delle fasi peggiori di sempre, proprio perché c’è stato un lungo lavoro di logoramento dell’immagine della magistratura, che ora è più debole rispetto al passato e viene vista come una parte come un’altra all’interno dell’agone politico. Intendiamoci, questo è avvenuto anche per colpe proprie, ma dobbiamo ricordarci che l’attacco alla magistratura è un attacco ai diritti di tutti.

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