Massimo Moretuzzo, classe 1976, è il candidato di coalizione contro il leghista Massimiliano Fedriga che corre per un secondo mandato da presidente della regione Friuli Venezia Giulia. «L’auspicio è che si torni ai territori, ai movimenti, a obiettivi comuni con la gente che si mobilita e che si sente rappresentata». Rivendica la sua storia e la sua esperienza già dai tempi del referendum per l’acqua pubblica, le battaglie per l’ambiente nel suo Friuli, da sindaco a Mereto di Tomba (Ud) a capogruppo del Patto per l’Autonomia in consiglio regionale.

Una presenza sul territorio e per il sociale che lo ha visto, giovanissimo, lavorare al Centro di volontariato internazionale di Udine dove il cattolicesimo guardava più all’America Latina che a Roma e, oggi, presenza attiva nel comitato regionale contro la privatizzazione dell’acqua e nel Forum regionale per i beni comuni. Presente e conosciuto soprattutto nel medio Friuli, a organizzare convegni e costruire cooperazioni, anche oltre i confini, raccogliendo le esperienze positive nate spontaneamente tra le comunità locali, lavorando con il Distretto di Economia Solidale quando anche l’apertura di un panificio di comunità, cogestito dai residenti e nel quale trovano posto produzioni con farine del territorio e programmi di reinserimento lavorativo dei carcerati, è una piccola cosa enorme. Poi il suo “arrivo” a Trieste, affascinato da quel gruppo di giovani che volevano cambiare la città: subito a loro disposizione in una campagna elettorale, per le scorse comunali, che ha portato Adesso Trieste a ottenere un ottimo risultato.

Insomma, il candidato anti Fedriga c’è ed è stata un’operazione praticamente indolore. Una riunione breve giovedì sera, poco più di un’ora, e si è consolidato l’accordo che era già nell’aria da un paio di settimane: escluso il Terzo Polo, +Europa che non partecipa, tutti gli altri assieme. Molto soddisfatto il segretario Pd Renzo Liva: «L’incontro è stato molto positivo. Abbiamo l’accordo totale su alcuni punti: il riconoscimento del perimetro dell’alleanza e la figura di Moretuzzo come candidato di prospettiva». Luca Sut, coordinatore dei 5 Stelle, era già ottimista uscendo dall’assemblea degli iscritti il giorno prima dopo che un dibattito, anche vivace, aveva confermato la scelta unitaria. Avanti tutta, adesso, sul programma: «Non sono emerse differenze che ci impediscono il confronto per cui cominciamo subito» conferma il Pd.

Moretuzzo, dunque, un candidato civico che aggrega intorno al suo nome Pd, M5S, Civica Fvg, Unione slovena, Articolo uno, Open Fvg, Alleanza Verdi Sinistra e, naturalmente, il Patto per l’Autonomia che con il 4,5% ottenuto nel 2018 è entrato nel parlamento regionale. Una Autonomia che declinano così: «Per mettere al centro i territori, i loro bisogni, l’etica dell’autogoverno, la salvaguardia e la promozione del pluralismo culturale e linguistico».

Il Patto accoglierà nella sua lista anche candidati di altre realtà civiche di sinistra, compreso Adesso Trieste, il Pd si farà garante per Articolo uno. Open Fvg, che si è dichiarata disponibile ad accogliere rappresentanti di Avs (che probabilmente invece sceglieranno di raccogliere le firme per mantenere il simbolo), ha ritirato la candidatura di Furio Honsell ma senza recriminazioni: «Siamo contenti di aver spinto per allargare la coalizione nella giusta direzione e ci impegneremo all’interno del centrosinistra affinché il programma sia concreto e radicale sui temi delle politiche per il lavoro, per il sociale e per l’ambiente».