Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli giurano che, comunque vadano le cose nel Lazio, il matrimonio tra i loro due partiti è destinato a durare. Soprattutto a livello nazionale. Ed è per questo che in queste ore i due segretari sono in riunione permanente per tentare di risolvere il caso che si è aperto giovedì, quando la direzione del Lazio di Si ha votato all’unanimità il no a qualsiasi alleanza col Pd alle regionali.

Bonelli si è infuriato, e ancora non si capacità del perchè chi oggi governa insieme il Lazio dovrebbe separarsi alle elezioni regalando la regione alla destra: «Persino gli assessori del M5S sono ancora al loro posto, la posizione di Conte è strumentale».
Il leader di Europa Verde non vuole abbandonare la coalizione di centrosinistra (più terzo polo) che si è riunita attorno all’assessore Alessio D’Amato. Fratoianni però non può ignorare la decisione dei suoi compagni del Lazio. Ma a sua volta non avrebbe alcuna intenzione di riunirsi con Fassina e De Petris in una lista gemellata col partito di Conte.

Un rebus assai intricato, che preoccupa anche il Pd e D’Amato. Dopo la rottura col M5S, ci manca solo una frattura con la sinistra per avere la certezza che sia il candidato di Meloni a vincere (ma la premier non ha ancora deciso chi schierare). Per questo è partito un pressing verso Massimiliano Smeriglio, che guida la rete di sinistra civica ecologista che alle politiche era coi rossoverdi, per averlo come capo del suo comitato elettorale di D’Amato. Un modo per coprirsi a sinistra, e anche per evitare che Smeriglio decida di correre in proprio insieme a Sinistra italiana.

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L’ipotesi di una lista rossa con Smeriglio come candidato presidente è sul tavolo; circolano anche sondaggi incoraggianti, non certo per una possibile vittoria ma per dare voce e spazio a un campo di sinistra autonomo da Pd e M5S. Per Fratoianni questa soluzione sarebbe certamente migliore rispetto ad una alleanza con i soli 5 stelle. Ma significherebbe dividere il campo progressista in tre tronconi: non proprio una mossa coerente per chi, come i rossoverdi, per settimane ha lavorato per ricucire il fronte giallorosso, additando come irresponsabili i protagonisti della rottura. E infatti Bonelli resiste, non vuole una corsa in solitaria.

Per questo si sta ancora lavorando in extremis a una ricucitura rossoverde. In alleanza col Pd? Per Fratoianni non sarà semplice sconfessare la linea dei suoi dirigenti locali capitanati dal segretario regionale Massimo Cervellini. Ma è chiaro che l’alleanza nazionale con i Verdi prevale su tutto. «Per noi il rapporto con Europa Verde e il nostro progetto politico resta la priorità», dice Fratoianni. «Anche eventuali articolazioni territoriali non metteranno in discussione l’alleanza». Insomma, ci si prepara a una possibile separazione consensuale nel Lazio. Ma in quel caso sulla scheda non ci sarà il simbolo di Sinistra italiana. Se i dirigenti locali vorranno fare di testa loro entreranno in una lista con Fassina alleata col M5S. E i verdi correranno in asse coi dem. Entro lunedì la decisione definitiva.