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Foggia, migranti presi a sassate mentre vanno al lavoro

Foggia, migranti presi a sassate mentre vanno al lavoro

Puglia Feriti un senegalese e un cittadino della Guinea Bissau. Gli aggressori a bordo di un’auto scura. Al vaglio i filmati delle telecamere stradali

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 17 luglio 2019

Presi a sassate da una macchina in corsa mentre si recavano in bicicletta nei campi. E’ quanto accaduto all’alba di lunedì ad alcuni braccianti agricoli alla periferia di Foggia. Si tratta di un gruppo migranti, poche decine di persone, che vivono nella vecchia fabbrica abbandonata di via Manfredonia del capoluogo dauno, utilizzata per dormire e provvedere alle loro necessità. A dimostrazione di come, ancora oggi, i problemi relativi ad una dignitosa sistemazione abitativa per questi lavoratori, siano ancora lungi dall’essersi risolti.

I braccianti aggrediti l’altro ieri lavorano abitualmente negli sterminati campi della Capitanata e per loro scelta non si rivolgono all’intermediazione dei caporali, ma contattano direttamente i datori di lavoro per offrire le loro prestazioni con grande umiltà e sacrificio.

Potrebbe risiedere in questo piccolo ma non insignificante particolare, rivelato dalla Flai Cgil di Foggia, il motivo dell’aggressione. «I lavoratori sono stati vittima di una sassaiola ad opera di sconosciuti, non è la prima volta, solo che questa volta alcuni di loro sono stati gravemente feriti, dopo l’intervento del 118 e le cure del caso, hanno opportunamente presentato denuncia alle autorità competenti», affermano il segretario generale del sindacato di categoria della Cgil della provincia di Foggia, Davide Iacovelli.

Ad essere stati feriti lievemente alla testa (guariranno in cinque e sette giorni), un senegalese di 33 anni e un cittadino della Guinea Bissau di 26 anni, che hanno scelto di non recarsi sul luogo di lavoro in questi giorni, per non rischiare di «incontrare di nuovo quei ragazzi» hanno dichiarato alle autorità che indagano sul caso.

Stando alla ricostruzione fornita dai carabinieri, i due migranti all’alba di lunedì mentre percorrevano la periferia di Foggia, sono stati colpiti da alcune pietre lanciare da un’auto di colore scuro. Nella tarda mattinata i braccianti si sono recati presso la caserma dei carabinieri per denunciarne l’accaduto. I militari hanno già effettuato un sopralluogo ed hanno individuato alcune telecamere di sicurezza presenti nella zona, i cui filmati sono ora al vaglio degli investigatori.

Per la Flai Cgil di Foggia «appare evidente, che il clima di odio fomentato anche da azioni di forze politiche che fanno della discriminazione razziale verso gli immigrati che vivono e lavorano in questa Provincia, l’unico impegno politico concreto, dimenticandosi delle difficoltà che i cittadini vivono ogni giorno, addossando qualsiasi responsabilità alla presenza di persone extracomunitarie. E’ notizia di oggi del sequestro ai danni di esponenti di Forza Nuova di un arsenale imponente, corredato persino di un missile terra-area».

Da tempo infatti si respira un clima d’odio crescente in tutta la provincia di Foggia. Un’azione squadrista e xenofoba, oltre che intimidatoria, nei confronti di braccianti agricoli che continuano a vivere emarginati rispetto alla società. Ciò nonostante da tempo politica e istituzioni, insieme a sindacati e associazioni presenti sul territorio, dopo l’entrata in vigore della legge 199/2016, conosciuta come legge anticaporalato, stiano lentamente provando a cambiare una realtà tristemente radicata in molte regioni italiane, non solo al Sud.
«Ci chiediamo – conclude Iacovelli – cosa dovrà succedere ancora, per comprendere la gravità di quanto sta accadendo quotidianamente nelle nostre città. Confidiamo in una reazione politica e culturale di un territorio che può e deve riacquistare la giusta dignità, ed il giusto rispetto. La capitanata è terra di accoglienza e integrazione, è terra di lavoro e di lavoratori, non può essere il colore della pelle la discriminante».

Sull’episodio è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gismundo, che ha definito quanto accaduto «un’azione vigliacca. Colpire gente inerme, che si sta recando al lavoro, solo perché straniera, è un atto di violenza razzista e xenofoba. Nel paese c’è chi sta alimentando un clima di odio e intolleranza attraverso una narrazione falsa e strumentale dell’immigrazione, per meri tornaconti politici. Si fermi finché è in tempo». Altrimenti sarà responsabile di un disastro sociale.

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