Si sono autodefiniti i “Mille contro la guerra permanente”, dopo che più di mille firme, tra cui quelle di esponenti dell’associazionismo laico e cattolico, del sindacato, del mondo istituzionale e culturale, sono state raccolte in pochi giorni nella provincia di Firenze per chiedere pace, diplomazia e stop alle armi in Ucraina.
Quello che non vuole essere un semplice appello ma una chiamata alla mobilitazione, per dar voce alle tante e ai tanti preoccupati per la guerra, e per i rischi di una escalation che la trasformi in un conflitto permanente e mondiale, troverà questo pomeriggio nel capoluogo toscano un primo momento di confronto. Allo 18 allo Spazio Alfieri in via dell’Ulivo, a pochi passi da piazza Santa Croce, prende il via un dibattito con Vania Bagni che guida l’Anpi fiorentina, Rosy Bindi, Luciana Castellina, Vannino Chiti, Mario Primicerio, e il direttore del quotidiano “Avvenire”, Marco Tarquinio.
Se da parte dei “Mille contro la guerra permanente” è netta la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, allo stesso tempo viene manifestata una preoccupazione ogni giorno più forte, perché la strada dell’invio sempre più massiccio di armi non ha fermato Vladimir Putin ma ha aggravato il conflitto, ne ha aumentato l’impatto drammatico sulla popolazione civile ucraina, ed ha allontanato ancor di più la ricerca di un terreno diplomatico, schiacciando l’Europa e con essa l’Italia nel ruolo di cobelligeranti, perdendo ogni autonomia dalla Nato.
Anche la Camera del Lavoro metropolitana ha deciso di prendere parte all’iniziativa, invitando i suoi tanti tesserati a partecipare. L’ingresso allo Spazio Alfieri sarà libero fino ad esaurimento posti, ci sarà comunque un’amplificazione esterna per chi non riuscirà a trovare spazio all’interno della storica sala d’essai. Nei prossimi giorni sono previsti altri appuntamenti diffusi sul territorio, in vista di una manifestazione di piazza il 15 giugno prossimo, insieme alle altre realtà toscane che in tutta la regione si stanno mobilitando con gli stessi obiettivi dei Mille fiorentini.