Finlandia e Svezia, partono le lettere di adesione alla Nato
Fine della neutralità militare Il parlamento di Helsinki ha votato sì 188 a 200. I due paesi scandinavi hanno ribadito la volontà di non voler ospitare basi e ordigni nucleari. Oggi a New York l’incontro tra Cavusoglu e il segretario di Stato Usa Blinken
Fine della neutralità militare Il parlamento di Helsinki ha votato sì 188 a 200. I due paesi scandinavi hanno ribadito la volontà di non voler ospitare basi e ordigni nucleari. Oggi a New York l’incontro tra Cavusoglu e il segretario di Stato Usa Blinken
Il giorno dello storico abbandono della neutralità militare di Svezia e Finlandia è arrivato ieri, appena dopo pranzo, con il voto nell’Eduskunta (il parlamento finlandese) che ha dato il via libera definitivo alla richiesta di adesione all’Alleanza atlantica. Stoccolma e Helsinki consegneranno oggi le loro candidature. La giornata, che non è esagerato definire solenne, i due paesi scandinavi hanno voluto suggellarla coinvolgendo le loro massime istituzioni.
NELLA MATTINA il presidente della repubblica finlandese, Sauli Niinistö, si era recato in volo a Stoccolma per incontrare il Re di Svezia, Carlo XVI Gustavo, e sancire il passaggio alla nuova alleanza militare occidentale. Al termine dell’incontro il sovrano svedese ha detto: «I nostri due paesi devono affrontare una serie di sfide. Sia a breve che a lungo termine. Questo dà al nostro incontro un quadro più serio, ma significa anche opportunità di consenso e una cooperazione approfondita per stare insieme ancora più forti». Un messaggio al quale è poi seguita un’altra conferenza stampa, questa volta tra il presidente finlandese e la premier svedese, Magdalena Andersson, dove sono state ribadite le medesime intenzioni di cooperazione.
CONTESTUALMENTE all’Eduskunta 188 parlamentari su 200 votavano la risoluzione della commissione esteri che, su indicazione del governo, dava il via libera formale alla richiesta di adesione. Nella mattinata era stata presentata dal deputato di Vasemmistoliitto (l’alleanza di sinistra) Markus Mustajärven una contro relazione contraria all’ingresso nella Nato.
Nel suo intervento il parlamentare di sinistra aveva dichiarato che «la leadership politica finlandese non sembra tenere conto che la situazione della politica di sicurezza in Finlandia non migliorerà con questa scelta ma si deteriorerà» concludendo che «il lungo confine comune tra Finlandia e Russia sta diventando il confine dell’alleanza militare guidata da Russia e Stati uniti, il confine dello scontro».
A seguire il parlamentare di sinistra altri 5 suoi compagni di partito (su 16) e due esponenti della destra populista. Mentre la politica e le istituzioni finlandesi e svedesi concludevano i passaggi formali con le firme dei ministri degli esteri in calce alle domande e appuntamenti già programmati domani a Bruxelles, le reazioni internazionali però non si sono fatte attendere.
L’AMBASCIATORE finlandese a Mosca, Antti Helanterä, ha reso noto che il governo russo gli aveva comunicato l’intenzione di espellere due diplomatici dell’ambasciata. Le ragioni dell’espulsione sarebbero una conseguenza dell’invio di armi dalla Finlandia all’Ucraina e delle «attività offensive della Finlandia contro la Russia», ovvero la richiesta di adesione alla Nato. Il ministro degli esteri russo, Lavrov, ha però commentato, dopo il voto del parlamento finlandese, che «l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato probabilmente non cambierà nulla in quanto questi due paesi, come altri paesi non allineati, partecipano da anni alle esercitazioni militari della Nato».
Il tema, come ribadito anche dalle dichiarazioni di Putin, ieri, è la presenza di basi militari sulla penisola scandinava. Attualmente sono 5 quelle presenti sul territorio norvegese che è già parte dell’Alleanza. Sia Stoccolma che Helsinki hanno però ribadito la volontà di non voler ospitare avamposti militari nei loro paesi soprattutto se con ordigni nucleari.
Probabilmente anche di questo parleranno il presidente finlandese Niinistö e la premier svedese Andersson nell’incontro in programma giovedì con Joe Biden alla Casa Bianca oltre che del veto della Turchia verso l’ingresso dei due paesi scandinavi nella Nato.
Mentre oggi il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, vedrà a New York il segretario di Stato americano Anthony Blinken, un bilaterale che avrà al centro il no di Ankara all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato.
Un veto, quello turco, che ha il volto del popolo curdo verso il quale, il governo svedese, ha da sempre garantito appoggio e protezione. Questa mattina la premier finlandese, Sanna Marin, sarà invece a Roma per incontrare il presidente del consiglio Mario Draghi per poi pranzare con i leader di Pd e 5 Stelle, Enrico Letta e Giuseppe Conte.
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