Una pericolosa escalation, un parlamento, quello europeo, sempre più egemonizzato da una agenda di guerra e dunque dal protagonismo dell’asse popolari conservatori, quello a cui lavora alacremente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Con un doppio obiettivo: rafforzare l’Europa delle nazioni a trazione Nato (politica e militare), annichilendo la dimensione comunitaria; preparare il terreno di un cambio epocale di equilibri in Europa con la destra destra protagonista assoluta.

Ieri un’altra tappa di questa strategia: votare capitoli, nell’ambito di una risoluzione a sostegno dell’Ucraina, scritti per promuovere una adesione accelerata di Kiev alla Nato, nonostante le cautela su questo punto persino del Segretario generale dell’Alleanza atlantica Stoltenberg e in questo momento persino degli stessi Stati uniti.
Paragrafo e orientamento votato dalla grande maggioranza dei parlamentari.
Il Parlamento europeo «invita gli alleati della Nato a onorare il loro impegno per quanto riguarda l’adesione dell’Ucraina alla Nato e si attende che i prossimi vertici a Vilnius e a Washington spianino la strada per estendere l’invito all’Ucraina ad aderire alla Nato…». 391 si, 72 no, 48 le astensioni.

L’Europa sembra aver smarrito l’ambizione di una propria autonomia strategica in un quadro globale trasfigurato dalla guerra e anche la vocazione più profonda, quella che ne ha determinato la nascita, ovvero la ricerca di un negoziato di pace. Non solo, perché questo continuo rilancio e richiamo alla sola dimensione militare ci avvicina drammaticamente alla condizione di co-belligeranti.
A Strasburgo sembra sia calata una coltre di unanimismo con i gruppi progressisti, esclusa la Left, trascinati in uno schema che gonfierà le vele della destra, colpendo inevitabilmente il progetto europeo dei padri fondatori. Dobbiamo in ogni, modo dentro e fuori il Parlamento europeo, provare ad invertire la tendenza.

In ballo c’è il nostro modo di stare dentro lo scenario di guerra e di promuovere il sostegno all’Ucraina, ma anche l’Europa che prenderà forma nei prossimi mesi.
E salvare la dimensione comunitaria battendo nazionalisti e nazioni è una battaglia che vale la pena fare. Nelle istituzioni e nel gorgo della società europea.

* Parlamentare europeo del Gruppo S&D