FdI: mani libere su Ursula-bis. Ma i giochi non sono fatti
Unione europea Malumori nella maggioranza, Ppe contro i Socialisti sulle deleghe per il Green Deal
Unione europea Malumori nella maggioranza, Ppe contro i Socialisti sulle deleghe per il Green Deal
Sul voto a von der Leyen, liberi tutti. Le parole del co-presidente dei Conservatori e riformisti europei (Ecr), il meloniano Nicola Procaccini, non potrebbero essere più chiare. Ovvero: lo sono leggendo tra le righe, anche se la superficie di questo nascondimento sotterraneo si dimostra sempre più esile.
IL QUADRO GENERALE è il seguente: nelle ultime ore, da un lato i Verdi, dall’altro Ecr hanno fatto capire di essere disponibili a sostenere il prossimo esecutivo europeo. I primi non avranno un accordo formale con la maggioranza, data l’opposizione del Ppe, ma contratteranno sui punti di loro interesse, ovvero Green deal e diritti. Nemmeno i secondi possono essere associati organicamente alla maggioranza, per non risultare indigesti a socialisti, a una parte dei liberali e agli stessi Greens, che contano comunque 53 preziosissimi voti da mettere sul piatto per contrastare i franchi tiratori. Però con i conservatori materia di contrattazione c’è e riguarda il ruolo da assegnare ai commissari che i governi indicheranno. Premier Ecr sono la Repubblica ceca con Petr Fiala, presumibilmente il nascente governo belga, che dovrebbe indicare il leader del partito conservatore fiammingo N-Va. Ma soprattutto Roma, che dopo una fase di stallo coincisa con l’irrigidimento di Meloni al Consiglio europeo di fine giugno, non interrompe il dialogo con Palazzo Belaymont, sede della presidenza della Commissione Ue a Bruxelles.
DELL’INCONTRO FISSATO per martedì prossimo a Strasburgo, subito prima dell’insediamento del nuovo Parlamento che dà avvio alla decima legislatura euopea, sembra esplicativa introduzione l’intervento di Procaccini. «Ad oggi non ci sono le condizioni per votarla», premette. Però «dobbiamo ancora incontrare von der Leyen. Quello è un voto diverso da tutti gli altri, perché è figlio di un accordo di governi». Cioè: decide Meloni.
Il voto segreto per l’elezione della figura più importate nell’Ue è un’alchimia: ci sono voti che si sottraggono – quelli dei franchi tiratori – e altri che si aggiungono, anche quando sulla carta non dovrebbero. Nel 2019, quando mancarono quasi 100 sì e Ursula scavalcò la soglia di maggioranza per pochissimi seggi, in soccorso arrivarono da un lato i 5S italiani, dall’altro i polacchi di Diritto e giustizia (Pis). Entrambi erano al governo, i primi a Roma e i secondi a Varsavia. Da Palazzo Chigi, Giuseppe conte indicò il Pd Gentiloni come commissario all’Economia.
MOLTO DIFFICILE non essere della partita, quando si è al governo. Per questo Procaccini lancia una stoccata gli alleati del Pis: «Nel nostro gruppo siamo liberi. Cinque anni fa molte delegazioni, come la nostra, hanno votato contro e la polacca ha votato a favore».
CHI INVECE CERTAMENTE non sosterrà l’Ursula-bis è l’estrema destra dei Patrioti di Orbán, Le Pen e Salvini, dove ci sono acque agitate sulla vicepresidenza al generale Vannacci. Una scelta unilaterale della Lega, l’aveva definita il lepenista Jean-Philippe Tanguy annunciando la contrarietà dei lepenisti. «Avanti tutta» è stata la replica via social di Matteo Salvini.
Intanto, se nell’estrema destra già si litiga, nella maggioranza Ppe-socialsti-liberali si fa pretattica sul voto segreto che attende la presidente della Commissioni il prossimo giovedì a Strasburgo. Von der Leyen sa bene che fino alla fine il risultato non è al sicuro, tanto che per tastare il terreno ieri ha anche telefonato al dem Bonaccini che aveva conosciuto in Emilia. Chi potrebbe farle mancare l’appoggio all’interno della sua stessa maggioranza? Malumori ce ne sono sia in S&D che in Renew, come si è dimostrato ieri con la defezione annunciata dei 6 liberali irlandesi. E dentro il Ppe, spiazzato dall’appoggio dei Verdi, defezioni potrebbero essercene? «Siamo talmente convinti che in Aula non ci nasconderemo dietro il paravento per votare», assicura al manifesto Fulvio Martusciello, capodelegazione Fi all’Eurocamera.
CERTO, I POPOLARI HANNO chiesto alla presidente della Commissione di evitare l’allineamento delle cariche che potrebbe portare ai Socialisti sia la commissione Ambiente che un commissario, come la Psoe spagnola Teresa Ribeira, alla gestione del Green deal, e avrebbero ricevuto rassicurazioni in questo senso. Chiediamo a Martusciello cosa si aspetta dal giorno del giudizio per l’Ursula-bis «La presidente può già mettere in frigo lo champagne», azzarda. «Però sconsiglio di seguire il voto a chi è debole di cuore».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento