Alle parole in libertà di Francesco Borgomeo sul futuro della ex Gkn non si contrappongono solo gli operai e la Fiom, pronta a rilevare che “la proprietà non vuole prendere atto del fallimento del progetto, e farsi da parte per dare alla fabbrica una reale opportunità di rilancio”. Anche la Regione Toscana è dello stesso avviso, come ha spiegato al quotidiano fiorentino ‘La Nazione’ il dem Valerio Fabiani, consigliere per le crisi aziendali del presidente Giani: “C’è bisogno di maggior protagonismo da parte del governo, per questo al tavolo del 24 febbraio chiederò di verificare le possibilità per l’amministrazione straordinaria dell’azienda”.

In sostanza la richiesta della Regione, se accettata dal ministero delle imprese e del made in Italy e dall’attuale, pur arroccatissima proprietà, porterebbe a un commissariamento. Con a cascata strumenti di maggior tutela come una gara di evidenza pubblica per cedere il sito produttivo, la cassa integrazione per i lavoratori che da ottobre non stanno ricevendo alcunché, e una commisssione di vigilanza pubblica.

Il problema, non nuovo, è che Borgomeo sembra rifiutare ogni ipotesi alternativa, come rileva il delegato sindacale Matteo Moretti, il più anziano di una Rsu a stragrande maggioranza Fiom Cgil: “Noi abbiamo fatto da supplenti a una proprietà che non ha presentato alcun progetto credibile per la reindustrializzazione. Stiamo cercando con la Regione possibili acquirenti dello stabilimento, e ci sono tre, quattro proposte che sono arrivate ai tavoli istituzionali, ma che non sono accettate dalla proprietà”.

A conferma delle parole di Moretti, ecco ancora Fabiani: “Abbiamo incontrato alcuni possibili investitori anche in questi giorni, e sul tavolo, tra le manifestazioni d’interesse, c’è anche quella arrivata tramite la Rsu, un progetto sul fotovoltaico”. Lo stesso Eugenio Giani spiega che “come Regione abbiamo già attivato almeno quattro, cinque contatti. Speriamo di trovare quello giusto”. Mentre sull’ipotesi del commissariamento il presidente toscano chiede prudenza confermando comunque la possibilità: “Vediamo, non è nostra competenza, e conseguentemente preferiamo valutarlo in modo concertato col ministero”.

I riflessi dell’attuale, sconcertante fase di una vertenza già di per sé irrituale muovono anche la Cisl a intervenire. Il segretario toscano del sindacato Ciro Recce guarda alla genesi della crisi industriale, con l’addio dalla sera alla mattina di Gkn-Melrose, e osserva: “Bisogna mettere un freno a queste multinazionali che arrivano, spadroneggiano, prendono risorse poi vanno via. Anche se fortunatamente non sono tutte così, bisogna mettere un freno a queste azioni e dare più garanzie ai lavoratori”.

Dal canto suo, Luigi Sbarra chiama le istituzioni a intervenire: “Noi pensiamo che vada attivato ogni contributo utile delle istituzioni locali e del governo nazionale per salvaguardare i posti di lavoro, assicurare le retribuzioni dei lavoratori, e costruire una prospettiva stabile e un futuro produttivo allo stabilimento”. Dal congresso della Fiom a Padova interviene infine il segretario generale Michele De Palma, che riepiloga il lugo elenco di crisi industriali in corso, compresa naturalmente la ex Gkn oggi Qf, e rivendica: “Possiamo dire con orgoglio che non abbiamo mai lasciato nessuno indietro”.