È sempre più un rompicapo questo Giro. Evenepoel aveva minacciato sfaceli alla vigilia della cronometro romagnola, pronosticando distacchi dal minuto in su a tutto il resto della compagnia.

Partito fortissimo, qualcuno dice troppo forte, come ansioso di strafare, alla fine vince sì la tappa Evenepoel, ma il distacco sul secondo – l’ottimo Thomas – si asciuga strada facendo, e alla fine si riduce a un secondo netto. Gli altri favoriti sono affastellati tutti lì vicino, da Geoghegan Hart al nostro Caruso a Roglic – lo sloveno ha semmai deluso un po’, ma si sta parlando, anche nel suo caso, di secondi, praticamente gli stessi guadagnati al belga con l’attacco nel finale della tappa marchigiana.

Da Savignano sul Rubicone a Cesena il percorso è piatto come un biliardo, arte nella quale (specialità boccette e goriziana) i romagnoli sono da qualche anno egemoni. Solo quando partono i migliori – il meteo è anch’egli ligio alle gerarchie – si affaccia un po’ di sole, per il resto sulla strada piove a dirotto tutto il giorno, tempo da passatelli, quelli che si fanno per Natale con le uova e il parmigiano e si cuociono nel brodo (chissà perché al giorno d’oggi si è persa l’abitudine di allungare il brodo col vino rosso).

Il tracciato è in pendenza solo quando i corridori si imbattono in qualche dosso pedonale, sarebbe risultato ostico a Pantani – si dà un’occhiata a casa sua passando veloci da Sala di Cesenatico, tra i canali e le cascine; in compenso sarebbe piaciuto a Ercole Baldini, la locomotiva di Forlì a cui Secondo Casadei ai tempi dedicò una ballata. Altro soprannome “lo Sputnik italiano”, a ricordarci che le sue più grandi imprese risalgono ai tempi della conquista sovietica del cosmo, anni in cui molti vollero vedere, in Baldini, l’erede designato di un Coppi ormai in declino.

Alla vigilia del primo giorno di risposo torna a vestirsi dunque di rosa Evenepoel, mentre il borsino degli sfidanti vede sullo stesso piano i due Ineos che fin qui procedono a braccetto, Thomas e Geoghegan Hart , e Roglic, un po’ più in affanno Almeida e Vlasov. Tutti comunque raggruppati nel giro di un minuto.

Limitarsi alla difesa di qui in avanti non sarà probabilmente possibile per Evenepoel, che oltretutto – questa è la sensazione – in gruppo non gode di particolari amicizie. A qualche scoria nuova, accumulata in questi giorni per via di alcune schermaglie verbali con Roglic, si aggiungono le vecchie, risalenti a quando sbarcò nel ciclismo giovanile dalla nazionale belga di calcio e cominciò a infliggere distacchi irridenti a quelli che oggi sono i suoi colleghi.

Aggiungiamoci che la squadra in salita è quel che è, e che d’ora in poi si sale, poi si sale e poi si sale ancora. Tutti dicono di essere contenti, tutti dicono di stare bene. La soluzione del rompicapo non è dietro l’angolo.