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Europa, si afferma l’urgenza ecologica

Europa, si afferma l’urgenza ecologicaIl verde Robert Habeck festeggia il successo in Baviera

Un’onda verde ha toccato domenica la Baviera, il Belgio e il Lussemburgo, dopo essere passata per l’Olanda, dove qualche mese fa i Verdi hanno conquistato Amsterdam e altre città, dopo avere […]

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 16 ottobre 2018

Un’onda verde ha toccato domenica la Baviera, il Belgio e il Lussemburgo, dopo essere passata per l’Olanda, dove qualche mese fa i Verdi hanno conquistato Amsterdam e altre città, dopo avere triplicato i voti alle elezioni nazionali.

In Baviera, roccaforte dei cristiano-sociali in preda a profondissime contraddizioni intestine su valori e diritti, i Verdi sono diventati il partito principale di opposizione alla Csu, oltre che il più grande partito di Monaco. Hanno spezzato la storica maggioranza assoluta del partito di governo, che ha ottenuto il suo peggior risultato dal 1950. Non solo, ma ben 190mila voti sono passati dalla Csu proprio ai Verdi, che ne hanno ricevuti 230mila dai socialdemocratici della Spd, altri grandi sconfitti. Nel resto della Germania peraltro, dove governano in 8 dei 16 Länder, sono da mesi in crescita.

I Verdi hanno ottenuto risultati eccezionali alle amministrative in Belgio, diventando il primo partito a Bruxelles e rivendicando orgogliosamente il fatto di essere l’unico partito che ha riunito valloni e fiamminghi e ha presentato una nutrita pattuglia di cittadini comunitari ed extracomunitari nelle sue liste (io stessa sono appena stata eletta consigliera comunale). Ogni partito verde locale ha guadagnato elettori, che fosse al governo o no. Ad Anversa, feudo storico degli indipendentisti fiamminghi, i Verdi sono riusciti a raddoppiare il risultato con il 18,1%, anche se la debolezza dei socialisti ha impedito di ribaltare la maggioranza di governo.

Infine, in Lussemburgo i Verdi sono cresciuti del 50% dopo 5 anni di governo, un segnale di fiducia e soddisfazione sul loro operato, dato che sono stati gli unici a crescere nella compagine governativa, guadagnando 3 nuovi seggi.

Il perché di questo risultato, al quale fa da contraltare la pessima performance dei socialisti, lo stallo (o regresso) dei conservatori e il successo, seppur non travolgente, della destra estrema, è presto detto.

Lungi dall’essere un segnale di protesta antisistema, come ha affermato nella sua ignoranza un po’ manipolatoria Di Maio, o di richiesta di un nuovo generico, i partiti Verdi si stanno affermando come forza vincente perché portano proposte credibili sulla trasformazione del sistema economico e dell’urgenza ecologica, hanno una rappresentanza e leadership competenti e plurali, stanno sui temi da anni con tenacia, spingono sul protagonismo politico delle donne e su un europeismo intransigente ma riformista. Nulla di improvvisato: si tratta di una reale capacità di influenzare il dibattito politico e la sensibilità degli elettori su tematiche importantissime come il buongoverno, la lotta alla corruzione, la società aperta, il cambiamento climatico e le sue conseguenze su economia e società.

I Verdi si affermano sempre più come alternativa credibile al neonazionalismo e ai ripieghi identitari anche per quanto riguarda la qualità della democrazia. Le immagini dei festeggiamenti colorati di giovani e meno giovani a Monaco di Baviera non potrebbero rappresentare un contrasto più forte con i cupi e neri slogan dei nazionalisti sparsi in vari paesi d’Europa, che ieri non sono apparsi così imbattibili come i media sembrano sostenere ovunque.

I risultati di domenica sono insomma frutto di un lavoro lungo e instancabile, che ha messo al centro le preoccupazioni dei cittadini e li ha coinvolti, come prova la grande mobilitazione di giovani e attivisti nelle campagne elettorali.

L’onda verde può giungere anche in Italia e i Verdi italiani ed europei sono impegnati in prima linea per far sì che ciò accada: abbiamo per questo avviato da qualche mese un dialogo con forze e personalità politiche che condividono con noi queste priorità e la loro assoluta urgenza.

Siamo sicuri che questo dialogo potrà portare all’organizzazione di una lista competitiva per le prossime elezioni europee, che metta in primo piano i temi ecologisti: lotta ai cambiamenti climatici al Green New Deal; un’Europa forte ma profondamente riformata nelle politiche e nel funzionamento; difesa intransigente dei valori di democrazia ed eguaglianza; partecipazione delle donne; rifiuto di tutti i nazionalismi, da destra a sinistra.

I successi in Europa non possono che confortarci in questa sfida: con l’ecologismo politico le elezioni si possono vincere.

* Co-presidente del Partito Verde Europeo

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