Estrema destra shock. Pestato a Dresda il candidato della Spd
Germania Prima l’attacco a un militante dei Verdi, poi al socialdemocratico Matthias Ecke, capolista in Sassonia per le europee. Accuse all’Afd
Germania Prima l’attacco a un militante dei Verdi, poi al socialdemocratico Matthias Ecke, capolista in Sassonia per le europee. Accuse all’Afd
Gli hanno spaccato le ossa mentre attaccava i manifesti elettorali con il suo volto nel Land più nero della Germania. In sala operatoria in «gravissime condizioni» dopo essere stato preso a calci e pugni da quattro «sconosciuti» il tempo sufficiente per riuscire a sfigurarlo anche fisicamente.
Matthias Ecke, 41 anni, capolista Spd in Sassonia per le Europee, paga così l’attività politica nella Bundesrepublik in balia degli estremisti di ultradestra ormai padroni incontrastati degli spazi pubblici nelle roccaforti elettorali dell’Est.
SUCCEDE A DRESDA, la città statisticamente più pericolosa per gli antifascisti di qualunque colore politico. Poche ore prima dell’agguato a Ecke era stato aggredito un militante dei Verdi di 28 anni, anche lui reo di appendere slogan sgraditi alla galassia neonazi, anche lui ferito con feroce violenza squadrista.
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L’Onu a Pp e Vox: «Il franchismo non va riabilitato»«Si tratta di un attacco diretto alla nostra democrazia e quindi a noi tutti, nessuno si senta escluso» tuona Ricarda Lang, leader dei Grünen, mentre il ministro della Sanità, Karl Lauterbach della Spd, fa apertamente il nome dei responsabili politici dell’ondata di violenza intimidatoria messa in campo alla vigilia delle elezioni per l’Europarlamento: «Sono anni, ormai, che Afd semina odio alimentando ogni genere di agitazione a destra in un modo che non si era mai visto prima in Germania. Tutti i democratici si devono opporre a questa violenza prima che sia troppo tardi».
LA POLIZIA INTANTO apre a tempo di record le indagini per individuare i responsabili dopo che la ministra dell’Interno, Nancy Faeser (Spd), ha preteso «una risposta dura da parte dello Stato se si conferma definitivamente il movente politico dell’aggressione».
DEL RESTO, L’ALLARME in Germania ha superato tutte le linee di guardia come dimostra il clima pre-elezioni riassunto nel rapporto sul tavolo della task-force per i crimini violenti istituita dalla Kriminalpolizei della Sassonia: spaziano dagli insulti ai candidati, tentativi di intimidazione, fino alla distruzione dei manifesti, per limitarsi ai casi in cui non risulta utilizzato il tirapugni, la spranga, il coltello. Non si tratta più di casi isolati né di eventi distinti. «Le aggressioni sono legate da un piano unico considerato che gli autori – conferma la polizia – sembrano essere esattamente gli stessi secondo i rilievi spazio-temporali».
In Germania «stiamo sperimentando un nuovo livello di violenza anti-democratica» è la cruda verità che la ministra Faeser è costretta ad ammettere. Sarà il primo punto da discutere nell’imminente summit con i ministri dell’Interno dei 16 Land ma è già la massima manifestazione del fallimento da parte del governo Scholz che aveva promesso prevenzione e lotta senza quartiere contro l’estrema destra aprendo perfino il dibattito sulla messa al bando di Afd. Il partito, ricordiamolo, è nel gruppo europeo Identità e democrazia con la Lega di Salvini
Bollato in fretta come controproducente, il divieto al partito che vanta leader dichiaratamente xenofobi, anti-islam e negazionisti dell’Olocausto, la cui sezioni giovanile è da anni nel mirino dell’Ufficio per la protezione della Costituzione per innegabili connessioni con i gruppi neonazi, è stato archiviato in nome della realpolitik. Mentre la polveriera nera ha continuato ad alimentarsi al punto che ora nessuno sa più come disinnescarla.
SONO PASSATE poche settimane dalle manifestazioni oceaniche contro il fascismo che hanno coinvolto complessivamente 2,7 milioni di tedeschi e tutte le organizzazioni sociali del Paese ma «i semi piantati da Afd stanno crescendo più rapidamente del previsto, e i suoi simpatizzanti sono diventati completamente disinibiti nelle parole e sempre più sfacciati nelle azioni» precisano i socialdemocratici sassoni in prima linea del fronte dominato da Afd a partire dal Landtag dove detiene la maggioranza dei seggi.
NEL LAND DELLA EX DDR l’ultradestra guidata dalla leader Alice Weidel è il primo partito davanti alla Cdu e non governa solo grazie al «cordone democratico» degli altri partiti che impedisce qualunque alleanza con Afd. Senza questo peculiare massiccio ostruzionismo istituzionale la Sassonia sarebbe già il primo Stato tedesco governato dai fascio-populisti.
Categoria già bandita senza troppe manfrine, ben prima delle violenze di ieri, dalla Chiesa protestante. Il presidente della Diakonie, Rüdiger Schuch, ha posto il veto ad assumere sostenitori di Afd e perciò è stato denunciato in tribunale dall’eurodeputata Beatrix von Storch. «Chiunque appoggi Afd se ne deve andare» ha scandito il pastore cacciando gli alternativi almeno dal suo tempio.
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